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"La malattia di Alzheimer è associata a diversi fattori di rischio", tra i quali si possono distinguere quelli non modificabili come "l'età e il sesso", e quelli modificabili come "il grado di istruzione, il fumo, l'assunzione di alcolici, la sedentarietà, il diabete, l'ipertensione arteriosa, l'obesità e l'inquinamento". Se "sui primi non è possibile agire, sui secondi è possibile intervenire". Con quali effetti? "Eliminando completamente i fattori di rischio modificabili, potremmo ridurre del 40% la prevalenza della malattia di Alzheimer", in pratica dimezzandola. Significa che "avremmo quasi la metà dei malati di Alzheimer". Questo appello alla prevenzione è portato avanti da Andrea Arighi, neurologo esperto in malattie neurodegenerative del Policlinico di Milano, in un video diffuso dall'Irccs in occasione della Giornata mondiale dell'Alzheimer che si è celebrata lo scorso 20 settembre.

Secondo l'ultimo Rapporto mondiale Alzheimer, redatto dall'Alzheimer's Disease International (l'Adi, rappresentata nel nostro Paese dalla Federazione Alzheimer Italia) in collaborazione con la McGill University di Montreal in Canada, sono oltre 55 milioni le persone con demenza, di cui l'Alzheimer rappresenta la forma principale, pari al 60-70% dei casi secondo quanto riporta l'Organizzazione mondiale della sanità. Complice l'invecchiamento della popolazione - sottolinea l'Oms - si prevede che i pazienti con demenza arriveranno a 78 milioni nel 2030 e a 139 milioni nel 2050, più del doppio rispetto a oggi. Sempre secondo il report Adi, in Italia le persone con demenza sono quasi 1,5 milioni (1.487.368): un numero destinato ad aumentare del 56% entro il 2050, quando saranno oltre 2,3 milioni (2.316.951). Alla luce di questi dati, e considerando che "non esistono ancora farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia", ricorda Arighi, "la riduzione del rischio di demenza è una delle priorità dell'Organizzazione mondiale della sanità".

"Nei laboratori di ricerca si sta lavorando a principi attivi che aiutano a prevenire o rallentare la malattia di Alzheimer", spiega l'esperto, evidenziano che "all'ospedale Policlinico di Milano è presente un centro di riferimento per la demenza e i disturbi cognitivi che permette a chi presenta deficit cognitivi di effettuare un percorso clinico e strumentale con le più avanzate tecnologie, per arrivare a una diagnosi precoce e precisa e impostare una terapia il più possibile efficace. Questo centro è collegato anche con il centro 'Dino Ferrari', un centro universitario per la ricerca per le malattie neurologiche che si occupa anche delle malattie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer".

21/09/2022

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