L’utilizzo inappropriato di antibiotici è superiore al 24%, secondo quanto emerge da un'analisi dei dati della medicina generale sulle prescrizioni ambulatoriali per alcune patologie infettive. Il dato è presente nell'ultimo rapporto a cura dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, pubblicato sul portale dell'ente regolatorio nazionale.
Dalla sezione che prende in esame l'appropriatezza prescrittiva nella medicina generale è emersa una prevalenza di uso inappropriato che supera il 24% per quasi tutte le condizioni cliniche studiate: influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata. Nel 2021 le stime osservate sono tutte in aumento rispetto all'anno precedente, in modo più evidente per le infezioni delle prime vie respiratorie, ad eccezione della cistite non complicata nelle donne, per la quale non si osservano variazioni rispetto all'anno precedente. Tutti gli usi inappropriati degli antibiotici per le infezioni delle vie respiratorie sono stati registrati in maggioranza al Sud, nella popolazione femminile (ad eccezione della bronchite acuta) e nelle persone di età avanzata (over 65).
E un altro dato che spicca dal report è che "più di un quarto dei consumi a livello territoriale (26,3%) corrisponde ad acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal Ssn (classe A)", quindi le persone li acquistano di tasca propria anche se rimborsabili. Nel report si legge poi che quasi il 90% degli antibiotici rimborsati dal Ssn viene erogato sul territorio (in regime di assistenza convenzionata).
A livello nazionale la spesa complessiva - pubblica e privata - per gli antibiotici è stata pari a 787 milioni di euro, corrispondenti a 13,29 euro pro capite, in riduzione del 2,4% rispetto al 2020. Il 76% delle dosi (13,0 dosi definite giornaliere Ddd/1000 abitanti die) consumate nel 2021 è stato erogato dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), in riduzione del 6,1% rispetto all’anno precedente, con una spesa complessiva pari a 653 milioni di euro, rappresentando il 2,9% della spesa e l’1% dei consumi totali a carico del Ssn.
Gli antibiotici acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, riferibili prevalentemente all'uso ospedaliero, rappresentano l’8,5% del consumo totale a carico del Ssn (1,5 Ddd/1000 abitanti die), mentre i consumi erogati in regime di assistenza convenzionata, tramite le farmacie pubbliche e private, è stato pari a 11,5 Ddd/1000 abitanti die. Gli acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal Ssn (classe A) sono stati pari a 4,1 dosi ogni 1000 abitanti (+6,6% rispetto al 2020), che corrispondono al 26,3% del consumo territoriale totale di antibiotici, e a una spesa pro capite di 2,25 euro (+9,8% rispetto al 2020).
05/04/2023
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