It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

In un contesto di continua tensione ed emergenza, l’ansia, la depressione e altri disturbi mentali sono in aumento nella popolazione, soprattutto tra i più giovani. Ma qualcosa si può fare, in particolare nelle scuole. E qualcosa si sta muovendo anche a livello istituzionale, un esempio per tutti è il bonus psicologo previsto dal governo. Dopo due anni di pandemia, segnata da restrizioni fisiche e sociali, oltre che dalla paura del contagio, è arrivata la guerra in Ucraina con la tensione e la preoccupazione per la questione economica e finanziaria. Su questi temi si sono confrontati gli esperti intervenuti al talk di Alleati per la Salute dal titolo ''Covid, guerra, crisi economica... quali soluzioni per l’ansia da infodemia?'' e disponibile su questo portale.

“Non stavamo bene prima della pandemia, o sindemia, visto che ha coinvolto tanti aspetti – spiega nel suo intervento Claudio Mencacci, psichiatra, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, -. I nostri giovani erano già in sofferenza: 1 su 7 aveva un disturbo psichico. La pandemia ha fatto esplodere il problema e così: 1 su 4 ha disturbi depressivi e 1 su 5 disturbi d’ansia. Queste manifestazioni hanno avuto un loro declinarsi con comportamenti di autolesionismo, violenza. Per una corretta informazione” bisogna ricordare che “non sono aumentati i suicidi - ricorda -. È avvenuto che i nostri giovani, esposti alla totale imprevedibilità, al cambio nei passaggi emancipatori della vita relazionale, affettiva, sportiva, del gruppo, a un cambio e una inversione dei ritmi sonno-veglia, hanno aumentato vulnerabilità con manifestazioni estreme verso di sé come l’autolesionismo e all’esterno, con una clamorosità del fenomeno delle gang con più segnalazioni” di violenza.

Un giovane è più vulnerabile in condizioni di stress come quello pandemico, perché “non ha costruito le traiettorie del futuro - continua lo psichiatra - si trova più in ansia e questo lo manifesta con modalità di sofferenza di cui vediamo la superficie, ma non abbiamo visto il fiume carsico su cui siamo seduti. Gli effetti si vedono a distanza. Ci sono tempi in cui i ragazzi introversi e più chiusi hanno avuto il loro momento ideale, ma su quelli che sono per la vita sociale, di gruppo, vedremo gli effetti più avanti perché si crea quello che gli anglosassoni chiamano ‘languishing’, la perdita di motivazione, un viaggiare più sotto soglia e la grave perdita di possibilità di sviluppo, di futuro”.

Come si è ricordato nel corso della diretta streaming, citando i dati univoci delle società scientifiche di psicologi e neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, il mix esplosivo tra ‘pericolo clinico’ e incertezza sociale ha portato a un aumento di patologie psichiatriche gravi: +30% negli adolescenti, di disregolazione emotivo-affettiva, autolesionismo, violenza, uso di sostanze, depressione e + 70% di disturbi del comportamento alimentare nei minori. Sono 9 milioni i bambini e gli adolescenti italiani con disordini emotivi dovuti allo stress da pandemia. Rispetto al 2019 sono aumentati dell’84% gli accessi ai servizi di neuropsichiatria per bambini e adolescenti negli ospedali, dell’82% i tentativi di suicidio, fino al 200% l’ideazione suicidaria e raddoppiati i casi di anoressia.

“Sicuramente – osserva David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi (Cnop) - bisogna potenziare la rete pubblica dei servizi e fare un programma serio di prevenzione del disagio mentale coinvolgendo il mondo della scuola. Abbiamo una rete di salute mentale e servizi psichiatrici per i disturbi più gravi, ma non una rete di prossimità per il disagio, per il quale c’è il privato, e non tutti possono premetterselo. Il bonus psicologo ha un valore culturale che dà una risposta smart perché il cittadino va sulla piattaforma e accede. Il limite sono i 10 milioni di euro: una goccia rispetto alle necessità. Così i 38 milioni del fondo per rinforzare i servizi pubblici. L’Italia ha il tasso più basso di psicoterapeutici nei servizi pubblici” rispetto ai paesi occidentali.

“C’è un grande gap tra i bisogni documentati e amplificati dalla pandemia e dalla dinamica sociale e quella che è la rete di servizi pubblici in grado di dare risposte strutturate anche in termini di intercettazioni di disturbi mentali in fase iniziale che, se intercettati, potrebbero impedire che nel tempo la onda lunga del disagio, che aumenta, diventi più grave”, sottolinea Lazzari. “Siamo in una fase in cui non serve solo potenziare quello che c’era – continua lo psicologo - ma serve una strategia nuova. Abbiamo bisogno di una politica sociale che promuova un benessere psicologico minato da vari fattori - strutturali della società ed emergenziali – anche se siamo continuamente in una sorta di situazione emergenziale perché si passa dall’una all’altra”.

A proposito della necessità di mettere a punto strumenti per affrontare l’evoluzione della società contemporanea, “nel 1994 – ricorda lo psicologo - l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unicef (Fondo delle nazioni unite per l’infanzia, ndr) chiesero ai Paesi di usare il servizio di psicologia della scuola per insegnare le light skill, cioè creare competenze cognitivo-relazionali per affrontare un mondo più dinamico e complesso. In Italia non è stato fatto. Oggi ci accorgiamo che i giovani hanno nozioni, ma non competenze per la vita che sono fondamentali per la realtà odierna con situazioni disorientanti che diventano patologia evidente, ma più spesso un disadattamento alla vita, una rinuncia al crearsi un futuro. Una perdita di capitale umano”. Del resto, già prima della pandemia, visto che “il disagio e i disturbi psichiatrici sono aumentati negli ultimi 20 anni – continua Lazzari - all’inizio del 2020 il World economic forum” aveva lanciato “l’emergenza dicendo che non c’è sostenibilità se non si affronta il problema salute mentale. Non si può risolvere con una risposta a valle, con un intervento psicologico” al bisogno. Serve anche un intervento “a monte con promozione alla resilienza su vasta scala e a scuola. La psicopandemia – conclude - è un termine che spiega e dice di rinforzare i servizi di cura, ma mettere in campo misure di prevenzione”.

13/07/2022

Curated Tags

Stai lasciando l'area PAG

Ora sarai reindirizzato su un contenuto dell'area pubblica