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Il dolore articolare affligge gli anziani: l’artrosi è associata a ridotta attività fisica, insonnia, depressione, ansia e cadute. La gestione del dolore – e tutto ciò che ne consegue – non è semplice. Tuttavia, negli Usa la maggior parte degli anziani con dolore articolare è convinto di poterlo gestire senza l'aiuto del medico e il 66% riferisce di trattarlo con farmaci da banco come paracetamolo o ibuprofene. È quanto emerge dal sondaggio Arthritis and Joint Pain effettuato, da gennaio a febbraio 2022, dall'Università del Michigan.

La survey ha preso in esame un campione di adulti di età compresa tra 50 e 80 anni in merito alle loro esperienze e alla gestione dell'artrite e del dolore articolare. Il 70% delle persone over50 prova un certo livello di dolore articolare, al 60% di questi soggetti è stata diagnosticata una forma di artrite. In generale l'80% dei pazienti colpiti dichiara di avere di essere in grado di gestire il proprio dolore senza alcun tipo di assistenza medica.

Il 66% dei pazienti ha riferito di aver gestito il dolore articolare con antidolorifici da banco come ibuprofene, paracetamolo ma anche di aver fatto uso di integratori come la curcuma (26%), iniezioni intra-articolari di steroidi (19%), antidolorifici non oppioidi soggetti a prescrizione (18%), steroidi orali (14%), oppioidi (14%), cannabidiolo (11%), marijuana (9%) e farmaci antireumatici modificanti la malattia (4%). Tra questi, marijuana, oppioidi e FANS sono stati spesso valutati come utili da chi ne faceva uso.

“Queste opzioni di trattamento comportano dei rischi considerevoli, specialmente se assunte a lungo termine o in combinazione con altri farmaci - afferma il primo autore del report Beth Wallace, reumatologo presso il sistema sanitario Veteran Affairs di Ann Arbor -. Eppure, il 60% di quanti assumono due o più sostanze per i loro dolori articolari ha affermato che il proprio medico non aveva parlato con loro dei rischi. Inoltre, il 26% delle persone che assumevano steroidi per via orale non aveva parlato con un medico dei rischi che questi farmaci comportano”.

“Le linee dell’American College of Rheumatology – conclude Wallace - cercano di ridurre il rischio che i farmaci influenzino lo stomaco, il fegato, la pressione sanguigna, i livelli di zucchero nel sangue, l’umore o il sonno. Questi rischi aumentano con l'uso a lungo termine e nelle persone che assumono più farmaci o determinati integratori, così come in quanti fanno un uso regolare di alcolici”.

21/11/2022

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