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Sono incoraggianti i risultati di uno studio multicentrico internazionale sull’utilizzo di ultrasuoni per trattare la malattia di Parkinson, che ha visto la partecipazione dell'Istituto neurologico Besta di Milano come unica struttura italiana, evidenziano dall'Irccs. Le evidenze emerse sono state pubblicate sul 'New England Journal of Medicine'. In seguito al trattamento con ultrasuoni focalizzati guidati da risonanza magnetica, "tre mesi dopo il 69% dei partecipanti allo studio ha risposto alla terapia, rispetto al 32%" del gruppo controllo, riassume Roberto Eleopra, direttore del Dipartimento di Neuroscienze cliniche del Besta. In Istituto la tecnica è usata dal 2019.

"MrgFus è l'acronimo di Magnetic Resonance guided Focused Ultrasound, uno strumento acquisito dalla nostra Fondazione – chiarisce Eleopra - grazie al lascito di una donatrice al Dipartimento di Neurochirurgia diretto dal professor Francesco DiMeco". Il macchinario, "tramite ultrasuoni focalizzati, esegue l'ablazione di un punto preciso del cervello, identificato dalla Rm con estrema precisione.

Attraverso gli ultrasuoni viene bloccata una piccola area cerebrale chiamata globo pallido e questo permette di migliorare il tremore e altri sintomi del Parkinson".

Il dispositivo utilizzato è simile a un casco che emette onde ultrasoniche e le concentra per bersagliare la parte del cervello associata a questi sintomi. Al Besta i risultati della tecnica sono stati "sorprendenti", riportano dalla Fondazione: "Abbiamo superato i 140 casi e i risultati sono decisamente positivi", assicura Eleopra.

I partecipanti allo studio pubblicato sul 'Nejm' – si legge in una nota - sono stati assegnati in modo casuale, in un rapporto 3 a 1, ad ablazione con MrgFus o a una procedura simulata. Dopo tre mesi, 45 dei 65 pazienti trattati che hanno completato il follow-up hanno risposto alla terapia (69%); solo 7 dei 22 nel gruppo di controllo hanno presentato un lieve miglioramento (32%), mentre nel gruppo trattato 30 pazienti su 39 (77%) hanno continuato ad avere una risposta a 12 mesi.

"L'ablazione focalizzata a ultrasuoni offre un'opzione ai pazienti che non sono disposti a sottoporsi all'attuale trattamento standard di cura, la stimolazione cerebrale profonda, perché lo considerano troppo invasivo o rischioso – dichiara Howard Eisenberg, professore di Neurochirurgia all'Università di Medicina del Maryland, coordinatore del lavoro - Questo studio fornisce la prova che gli eventi avversi erano generalmente rari o, se si verificavano, di solito erano lievi e transitori".

Il team di ricerca è ora impegnato in uno studio di trattamento bilaterale, poiché i sintomi del Parkinson colpiscono principalmente entrambi i lati del corpo, rimarcano dal Besta. Gli autori precisano comunque che saranno necessari studi più lunghi e più ampi nel tempo per determinare la sicurezza e gli effetti a lungo termine di questa tecnica. Il risultato dello studio è stato preso in considerazione dall'Agenzia americana del farmaco Fda, che ha ampliato l'approvazione del dispositivo a ultrasuoni focalizzato per includere il trattamento di pazienti con Parkinson avanzato affetti da mobilità, rigidità o discinesia.

10/03/2023

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