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La ricerca si tinge sempre più di rosa. Sono infatti oltre 600 i farmaci in sviluppo del mondo contro le patologie che colpiscono più le donne. Per “la precisione 625, un dato Phrma (Pharmaceutical Research and Manufacturers of America) che riassume l'impegno delle aziende Pharma per l'universo femminile”.

Lo afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, che aggiunge: "Gli studi clinici dedicati al benessere femminile sono cresciuti a livello internazionale del 20% negli ultimi 5 anni (elaborazione dati Iqvia)", e "1.300 miliardi di euro investiti nel mondo tra il 2021 e 2026 rafforzeranno la medicina di precisione per rispondere ancora meglio alla domanda di salute delle donne".

Ricerca per le donne, fatta dalle donne. "Nell'industria farmaceutica le donne sono il 43% del totale addetti (la media è sotto il 30%) - ricorda Scaccabarozzi - e la quota è identica, anzi in crescita nei giovani, per dirigenti e quadri. Significa che nel nostro settore la parità di genere è già una realtà". Anzi, sul fronte "ricerca le donne sono la maggioranza, il 52%", parametro analogo alla media europea. Sulla base di questo dato in particolare, "da uomo" il manager si sente "orgoglioso di dire che, siccome la ricerca produce innovazione, da noi l'innovazione è donna".

"Però stiamo anche attenti alle politiche di welfare - puntualizza il numero uno dell'associazione nazionale imprese del farmaco - perché bisogna mettere in condizione tutti e soprattutto le famiglie, ma in particolare la donna perché sappiamo che è lei che si occupa degli aspetti familiari e che spesso diventa caregiver, di avere degli aiuti per non essere penalizzata".

"L'Istat ha rilevato come il tasso di occupazione in Italia sia rimasto sostanzialmente stabile, ma a fronte dell'ingresso di 69mila uomini c'è stato un calo di 77mila donne nel mercato del lavoro. Non è così per la farmaceutica", rimarca Farmindustria: "Negli ultimi 5 anni il totale degli addetti è cresciuto dell'8,5% e per le donne ancora di più (+12,5%)".

Degli oltre 600 farmaci allo studio per combattere le malattie femminili, 200 sono oncologici, 135 contro disturbi neurologici, 87 per malattie autoimmuni, 45 relativi ai settori respiratorio e salute mentale, circa 35 per disturbi muscolo scheletrici, così come per oculista o ginecologia, e 23 contro malattie infettive. Terapie del futuro e speranza di lunga vita, se si pensa che, grazie al progresso medico-scientifico, "nel decennio 2009-2019, ossia prima della crisi Covid - evidenzia l'associazione aziende - l'aspettativa di vita in buona salute alla nascita è aumentata di 4,9 anni per gli uomini e di 5,9 per le donne, mentre l'aspettativa di vita in buona salute a 65 anni di 2,7 anni per gli uomini e di 3 anni per le donne".

E se "la crisi coronavirus ha interrotto bruscamente queste tendenze, il rapporto sugli Indicatori di sviluppo sostenibile recentemente pubblicato da Istat mostra che, anche se con forti oscillazioni, nel 2020-2021 la aspettativa di vita in buona salute per le donne è cresciuta ancora complessivamente. Ad esempio, i dati di sopravvivenza mettono in luce la qualità dell'assistenza oncologica nel nostro Paese. A 5 anni dalla diagnosi di tumore è ancora in vita il 59,4% degli uomini (la stima del 2020 era del 54%) e il 65% delle donne (63% nel 2020)", riporta Farmindustria che conclude con un monito: "Attenzione ora al gap accumulato con le mancate diagnosi", che causa pandemia e screening saltati sono segnalate dagli esperti come una delle più grandi emergenze post-Covid.

26/04/2022

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