La Giunta regionale del Lazio ha approvato il piano di attività regionale del fondo per l’Alzheimer e le demenze, che stabilisce l’investimento di oltre 1 milione di euro e un’attività di formazione indirizzata ai medici di medicina generale (Mmg) che lavorano nelle Asl o Distretti, con l’obiettivo di creare una rete con i Centri per i disturbi cognitivi e le demenze (Cdcd) per una corretta e rapida gestione dei flussi dei pazienti.
“Le patologie neurodegenerative che causano la demenza rappresentano un carico assistenziale crescente per il Sistema sanitario, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. Una corretta e tempestiva diagnosi è importante ai fini terapeutici. Le demenze in età avanzata colpiscono soprattutto la popolazione femminile e su questo va rafforzata la rete di protezione per le famiglie", sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, in una nota.
Tenendo conto delle diverse peculiarità dei territori e delle realtà Aziendali, sono state individuate 2 Asl nell’area metropolitana della capitale (Asl Roma 2 e 3) e 2 Asl nelle province (Asl di Frosinone e Viterbo) per migliorare i processi organizzativi. "I medici di medicina generale saranno formati per riconoscere i ‘sintomi sentinella’ presenti in fase prodromica di malattia - spiega D’Amato - e alla somministrazione del General practitioner assessment of cognition (GPCog), il test di facile utilizzo per l’identificazione delle condizioni di sospetto deficit cognitivo. Un passo in avanti importante che aiuterà tutto il sistema in una rapida e precoce diagnosi della malattia per la presa in carico del paziente”.
Il programma formativo rivolto agli Mmg - chiarisce la nota - sarà indirizzato anche alla promozione della prevenzione primaria del deterioramento cognitivo, all’individuazione dei fattori di rischio e al riconoscimento degli stili di vita potenzialmente pericolosi. Una parte del programma sarà rivolta alla comunicazione dei corretti stili di vita salutari (dieta, attività fisica, riduzione di sostanze d’abuso e dell’esposizione a fattori tossici). "È molto importante costruire anche una rete di palestre della salute, affinché l’attività fisica possa ridurre gli effetti neurodegenerativi”, conclude D’Amato.
26/07/2022
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