Cos’è l’acne
L’acne è uno dei disturbi cutanei più diffusi: in Italia – stima la SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) interessa fra il 75 e l’85 per cento dei ragazzi nel periodo che va dai 12 ai 18 anni ma può colpire anche in altre fasi della vita. Spesso associata al periodo adolescenziale, in realtà l’acne non ha età. La sua forma tardiva riguarda il 10-20 per cento degli adulti tra i 25 e i 40 anni, in particolare le donne che non l’avevano mai avuta in precedenza, complici alterazioni ormonali, eccessiva esposizione al sole, utilizzo di cosmetici troppo occlusivi, il fumo e lo stress.
Quali le cause del disturbo cutaneo
Naturalmente le cause sono diverse a seconda dell’età: a 12-18 anni prevalgono le alterazioni ormonali come terreno fertile per l’insorgenza dei segni. A provocare la malattia è un eccesso di sebo legato ai cambiamenti ormonali che ostruisce i canali piliferi, favorendo la proliferazione di batteri cutanei e lo sviluppo di un processo infiammatorio con la formazione delle tipiche lesioni acneiche, meglio note come brufoli.
Mentre quando si va più avanti con l’età, sono i fattori ambientali e le abitudini di vita (smog, fumo di sigaretta, alimentazione sbagliata e uso scorretto o eccessivo di cosmetici) a influire sull’aspetto della propria pelle e quindi anche sull’acne.
Nelle donne se la malattia continua a manifestarsi anche in età adulta bisognerà prendere in considerazione la possibilità che ci possano essere problematiche ginecologiche non risolte, dall’ovaio policistico, a problemi di attività delle ghiandole surrenaliche.
Come e dove si manifesta?
All’inizio l’acne si manifesta con la comparsa dei comedoni, ovvero i punti neri o bianchi. Se non si interviene in alcun modo queste prime manifestazioni possono avere un’evoluzione infiammatoria con la formazione di papule (rilievi infiammati della pelle) e poi pustole (brufoli). Per questi motivi gli esperti dermatologi raccomandano di curare l’acne sin dai primi segni per ridurre il rischio che si instauri un processo infiammatorio più difficile da contrastare e che può essere accompagnato da un importante disagio psicologico.
L’area più colpita dall’acne è il volto, fronte, naso e guance in particolare. Una forma della malattia più diffusa rispetto al passato, soprattutto negli uomini, è quella del dorso, zona caratterizzata da ghiandole sebacee più grosse e una cute più spessa.
Terapie e trattamenti
Il trattamento varia a seconda della gravità delle manifestazioni.
Nelle forme lievi i dermocosmetici, come creme lenitive o fotoprotettrici, sono fondamentali, ma vanno associate a una terapia locale basata sull’impiego di retinoidi e sostanze come l’acido azelaico e l’acido salicilico, che hanno un’azione esfoliante e contribuiscono così a eliminare il “tappo” del comedone e il sebo contenuto.
Nelle forme intermedie, invece, occorre utilizzare combinazioni di più principi attivi. Per il trattamento locale si può per esempio ricorrere a prodotti contenenti un antisettico, oppure un antibiotico. Qualora il trattamento locale non sia sufficiente, si può considerare una terapia antibiotica per bocca da protrarre per non più di tre mesi.
Infine nelle forme più gravi con lesioni nodulari, accanto alla terapia locale, si fa ricorso agli antibiotici, ai farmaci retinoidi (assolutamente controindicati in gravidanza), inoltre si può valutare l’uso dell’isotretinoina orale, un farmaco molto efficace e potente, da abbinare a una contraccezione sicura perché provoca malformazioni al feto in caso di gravidanza.
Tra le raccomandazioni degli esperti una su tutte: non strizzare mai brufoli e punti neri né toccarli in continuazione. Cercare di nasconderli con un po’ di trucco - specialmente da parte delle donne - è possibile purché si utilizzino fondotinta o creme colorate oil free.
Sole sì ma con moderazione
È convinzione il sole faccia guarire l’acne: in realtà non è vero. Anzi, in qualche caso è proprio il sole ad aggravare alcuni tipi di acne. I raggi del sole possono rivelarsi dei nemici per gli italiani con acne. Per loro la tintarella può diventare un problema. I filtri solari possono scatenare reazioni in chi, per esempio, ha una pelle atopica (secchezza estrema) o allergica, per questo motivo è necessario che il paziente parli con il proprio dermatologo riguardo l’esposizione solare che deve essere graduale e moderata e supportata da creme solari protettive che, in alcuni casi, aiutano a dare un aspetto migliore alla pelle.
Stile di vita anti-brufoli
Tra i consigli del dermatologo, spesso il primo dottore di riferimento dei giovani dopo il pediatra: fare attenzione all’alimentazione, limitando l’assunzione di zuccheri semplici, regolare il ritmo sonno/veglia, evitare il fumo. Se l’acne compare in età adulta, invece, tra i comportamenti individuali da adottare per arginare il problema: limitare l’uso di cosmetici, scegliere prodotti per il make-up appropriati per la propria pelle, valutare la possibilità di problemi ginecologici o endocrinologici che possano essere alla base della persistenza dell’acne.
L’importanza dell’igiene
Anche l’igiene riveste una notevole importanza: il viso va lavato due volte al giorno con un detergente delicato e va poi applicata una crema, diversa a seconda del tipo di acne.
Usare per molto tempo le mascherine può mantenere e aggravare l’acne. «Indossare la mascherina per gran parte della giornata comporta un aumento della temperatura della pelle e una maggiore sudorazione. In questo modo si crea un microambiente adatto alla proliferazione dei batteri che vivono sulla superficie cutanea. Inoltre, il sudore è composto da acqua e sali minerali e questi ultimi possono irritare la pelle ed essere causa di prurito, Le mascherine quindi, oltre a poter indurre un peggioramento dell’acne, determinano sintomi che prima non esistevano, come appunto il prurito. Per motivi simili, si è visto che le mascherine possono avere effetti negativi anche su altre malattie dermatologiche come la rosacea e la dermatite seborroica.
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