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I fattori di rischio di malattia cardiovascolare sono di due tipologie: modificabili e non modificabili. Entrambi concorrono alla possibile insorgenza di malattie come infarti e ictus.
Sono fattori di rischio non modificabili, quindi non possono essere cambiati: sesso, età, razza e familiarità (cioè parenti che hanno avuto un evento cardiovascolare maggiore).
Ci sono poi fattori modificabili, su cui si può intervenire grazie a buoni comportamenti e misure di prevenzione:

  • ipertensione arteriosa
  • fumo
  • diabete
  • iperlipidemia
  • obesità
  • sedentarietà fisica
  • dieta / abuso di bevande alcoliche
  • contraccettivi orali / terapie ormonali.

Il calcolo del punteggio individuale

Esistono strumenti che permettono di calcolare il rischio per la salute di cuore e arterie conoscendo il livello di alcuni fattori di rischio. Un sistema di calcolo è disponibile nel sito della Società italiana dell’ipertensione arteriosa (SIIA).

Il calcolo è basato su un algoritmo messo a punto dall’Istituto Superiore di Sanità per stimare la probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi, conoscendo il valore dei seguenti fattori di rischio:

  • peso
  • sesso
  • età
  • diabete
  • abitudine al fumo
  • pressione arteriosa sistolica
  • colesterolemia totale
  • HDL-colesterolemia
  • trattamento anti-ipertensivo in corso

Come interpretare il risultato

Il calcolo deve comunque essere effettuato dal medico ed è valido se i fattori di rischio sono stati misurati seguendo la metodologia standardizzata. È indicato per donne e uomini di età compresa fra 35 e 69 anni che non hanno avuto precedenti eventi cardiovascolari. Chi ha già avuto un infarto o un ictus ha altri sistemi di calcolo che vengono eseguiti dal medico.

Questo sistema non è utilizzabile nelle donne in gravidanza e non può essere applicato per valori estremi dei fattori di rischio: pressione arteriosa sistolica superiore a 200 mmHg o inferiore a 90 mmHg, colesterolemia totale superiore a 320 mg/dl o inferiore a 130 mg/dl, colesterolemia-HDL inferiore a 20 mg/dl o superiore a 100 mg/dl.

I valori degli esami clinici di glicemia e colesterolemia, inoltre, devono essere stati eseguiti da non più di tre mesi.

L’Istituto superiore di sanità consiglia di eseguire la valutazione del rischio cardiovascolare attraverso il punteggio con almeno questa frequenza:

  • ogni sei mesi per chi ha un elevato rischio cardiovascolare (rischio superiore o uguale al 20%)
  • ogni anno se il rischio è superiore o uguale al 3% e inferiore al 20%
  • ogni 5 anni per persone a basso rischio cardiovascolare, cioè con valore inferiore al 3%.

In ogni caso, a prescindere dal risultato, è il medico ad avere gli strumenti per interpretare correttamente i dati nel contesto clinico di ciascun paziente.

Quando il colesterolo è alto?

Tra i fattori di rischio modificabili, un ruolo di particolare importanza è svolto dall’iperlipidemia, condizione che si rileva dall’analisi del quadro lipidico, in particolare del colesterolo, una sostanza grassa presente in tutte le cellule fondamentale per la vita delle membrane cellulari, la sintesi del cortisolo, lo sviluppo, la riproduzione e il processo digestivo.

I valori normali di colesterolo nel sangue (colesterolemia) dovrebbe risultare pari a 150-200 mg/dl, ma sono valori che dipendono a loro volta da altri fattori e che, per una corretta interpretazione, devono essere presi in considerazione dal medico, visto che sono in corso continui studi e aggiornamenti.

Il colesterolo viaggia nel torrente sanguigno legato a proteine chiamate lipoproteine, sostanze solubili attraverso cui la sostanza grassa riesce a espletare le proprie funzioni nelle sedi di utilizzazione. Le HDL o lipoproteine ad alta densità trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato (dove viene eliminato) e per questo noto come colesterolo buono.
Le proteine LDL sono definite anche colesterolo cattivo perché, se sono in eccesso, si ossidano e si depositano sulle pareti dei vasi sanguigni, favorendo la formazione della placca aterosclerotica che, a lungo andare, può danneggiare le pareti arteriose.
Generalmente, all’aumento di colesterolo si associa l’aumento del valore dei trigliceridi, la forma di immagazzinamento dei grassi e degli zuccheri consumati in eccesso utilizzati come scorta di energia.

Valori del colesterolo: normali, limite ed elevati

Un quadro lipidico nella norma aiuta a mantenere la salute cardiaca e a ridurre il rischio di infarto o ictus, soprattutto in presenza di fattori di rischio (ereditarietà, alimentazione errata, fumo, alcol, vita sedentaria e così via).

In generale, indicativamente i valori di riferimento nel quadro lipidico sono:

Colesterolo totale  
Valori normali Inferiori a 200 mg/dl
Valori limite Pari a 200-239 mg/dl
Valori elevati Superiori a 240 mg/dl

 

Colesterolo HDL  
Valori bassi Inferiori a 40 mg/dl
Valori alti Superiori a 60 mg/dl

 

Colesterolo LDL  
Valori ottimali per soggetti senza o con un fattore di rischio Inferiori a 116 mg/dl
Valori ottimali per soggetti con più fattori di rischio Inferiori a 100 mg/dl
Valori ottimali per soggetti con patologia Minori a 70 mg/dl

 

Trigliceridi  
Valori normali a digiuno Inferiori a 150 mg/dl
Valori limite Compresi tra 150-199 mg/dl
Valori elevati Pari a 200-499 mg/dl
Valori molto elevati Superiori a 500 mg/dl

 

Il quadro lipidico non viene usato per effettuare una diagnosi o per determinare la progressione di una patologia: è un metodo che consente di valutare il rischio di malattia cardiovascolare in un’ottica di prevenzione. Anche per questo è importante controllare, periodicamente, il livello del colesterolo, con un semplice esame del sangue.

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