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Un evento molto raro ma che però preoccupa gli specialisti. È la trombosi infantile che, negli ultimi 20 anni, interessa in modo crescente i bambini ospedalizzati, arrivando a toccare un’incidenza di un caso ogni 200 under 18 ricoverati. A lanciare l’allarme è l’Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie cardiovascolari (ALT Onlus) che ogni anno, dal 2011, in occasione della Giornata nazionale per la lotta alla trombosi promuove iniziative dedicate all'informazione e alla prevenzione di questa condizione in bambini e adolescenti.

Che cos’è la trombosi

«La trombosi è un fenomeno causato da un eccesso di tendenza del sangue a coagulare – spiega Lidia Rota Vender, presidente di ALT –. Può verificarsi nelle arterie, causando ictus cerebrale, infarto del miocardio, ischemia degli arti che può avere conseguenze devastanti come l’amputazione dell’arto colpito. Oppure nelle vene superficiali o profonde, causando flebite o tromboflebite o trombosi venosa profonda, che molto spesso libera emboli che arrivano al polmone causando embolia polmonare». Eventi piuttosto rari in età pediatrica (con un caso ogni 100mila bimbi all'anno), ma non negli under 18 ospedalizzati che, invece, sono a rischio trombosi venosa più alto (uno su 200).

I fattori di rischio nei bambini sono difficili da riconoscere, più complessi e meno noti rispetto agli adulti. Individuare i sintomi e intervenire subito con una terapia anti-coagulante fa la differenza.

Le cause

Quali possono essere le cause scatenanti nei bambini? «Nella popolazione pediatrica la trombosi venosa è il risultato dell’associazione di più fattori di rischio – sottolinea Vender, specialista in Ematologia e malattie cardiovascolari da trombosi –, congeniti (mutazioni genetiche che interessano fattori della coagulazione) o acquisiti. Anche la prematurità, le infezioni gravi o alcune malattie croniche possono contribuire all’insorgenza di questa patologia. La tendenza a sviluppare trombosi (trombofilia) può essere favorita da malattie autoimmuni, cardiopatie congenite, tumori e da “coagulopatie”, patologie caratterizzate da un difetto dei fattori della coagulazione».

Sintomi e diagnosi

Se si sospetta un caso di trombosi, è necessario avere la conferma con l’esecuzione di varie indagini: eco-doppler se la sintomatologia è a livello di un arto (quando un braccio o una gamba si presentano pesanti) è o di un organo addominale; risonanza magnetica con mezzo di contrasto o angio-TC se i sintomi sono di natura cerebrale o a livello di distretti vascolari. In tutti i casi questi esami mostreranno la presenza del trombo e assenza di flusso venoso a valle.

La tipica sintomatologia di una trombosi venosa cerebrale comprende crisi epilettiche, alterazione dello stato di coscienza fino all’encefalopatia, paralisi dei nervi cranici o emiparesi, cefalea, nausea e vomito. Le convulsioni sono più comunemente osservate nei neonati mentre sintomi neurologici focali, segni di ipertensione endocranica e irritabilità sono più comuni nei lattanti più grandi e nei bambini.
Le malattie trombotiche diagnosticate e curate precocemente hanno generalmente una prognosi buona: è necessario effettuare rapidamente una terapia anticoagulante che ha lo scopo di evitare l’estensione della trombosi e di ridurre il rischio di embolia polmonare. 

L’importanza di un corretto stile di vita

Mai come in questi casi la conoscenza e l'informazione sono fondamentali, «perché gli eventi trombotici, nel bambino così come nell’adulto, possono essere evitati fin da subito con il corretto stile di vita - evidenzia Vender - alimentazione ricca di frutta e verdura, adeguata idratazione e costante attività fisica; periodici follow-up e regolare impiego di terapia farmacologica quando è necessaria».

Un registro per saperne di più

“I casi di trombosi infantile in Italia – conclude Vender – sono inseriti nel Registro Italiano delle Trombosi Infantile R.I.T.I. sostenuto da molti anni da ALT, che crede nell’importanza di mettere a fattor comune i dati raccolti da medici e specialisti coinvolti nella cura e nell’assistenza a bambini affetti da patologie trombotiche”. Un registro che vede l’Italia tra i primi Paesi al mondo a raccogliere e condividere casi di trombosi neonatale e pediatrica, da 0 a 18 anni, su una piattaforma digitale.

30/06/2022

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