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Nuove varianti Covid emergono. L’ultima, in ordine di tempo, individuata è la variante Xe di Sars-CoV-2, ricombinante di Omicron 1 e 2. Ma altre 'chimere' sono osservate speciali, varianti che mixano pezzi di una e dell'altra, in alcuni casi anche Omicron e Delta, e che continuano ad emergere. “E succederà ancora, perché abbiamo a che fare con un bersaglio mobile”. Ne è convinto Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca e direttore scientifico Humanitas.

"E quindi - sottolinea l’immunologo - dobbiamo inseguire il bersaglio ma dobbiamo anche fare il possibile per evitare la nascita delle varianti, e qui entra in gioco l'importanza della condivisione dei vaccini, perché le varianti che ci hanno davvero preoccupato sono sempre nate in Paesi a basso reddito. Speriamo di avere strumenti che giochino d'anticipo".

Lo scenario che si prospetta? "Penso che si stia andando verso una situazione di convivenza con un nuovo nemico", osserva.

Di strada in questi due anni ne abbiamo percorsa, premette Mantovani: "Non dobbiamo dimenticarci del progresso fatto: due anni fa si apriva l'armadio ma non c'erano diagnostici, non c'erano vaccini, conoscevamo ancora meno il nemico e non avevamo farmaci, non avevamo niente. Adesso l'armadio non è pieno, in tutte queste categorie abbiamo degli strumenti". E bisogna prendere le misure al nemico: "Con le nuove varianti questo virus si avvicina al morbillo come contagiosità, ma per tanti motivi non ci mette in una situazione come quella che abbiamo per il morbillo".

Quali sono le differenze? "Per esempio il virus del morbillo non cambia, mentre con Covid abbiamo appunto un bersaglio mobile che continua a mutare - elenca Mantovani - Per il morbillo abbiamo un vaccino che diamo nelle prime fasi della vita, quando il sistema immunitario funziona meglio di quello degli anziani. E, ancora, abbiamo un vaccino che dà immunità, che sterilizza e blocca molto bene la trasmissione. Mentre contro Covid per ora abbiamo vaccini che proteggono contro la malattia grave, ma lo fanno meno bene contro la trasmissione, anche se in una certa misura lo fanno".

Quindi la parola d'ordine potrà essere: convivenza. "Così come conviviamo per esempio con lo pneumococco, che ancora poco tempo fa faceva 800mila morti all'anno in tutto il mondo, e la polmonite, che era un flagello negli anni '30 senza antibiotici. Oggi - spiega lo scienziato - conviviamo con lo pneumococco perché vacciniamo e suggeriamo il vaccino alle persone anziane, facciamo diagnosi e abbiamo degli antibiotici che lo controllano. Penso che stiamo camminando in quella direzione" anche con Covid.

Ma come fronteggiare le continue varianti di Sars-CoV-2? "Speriamo di avere sempre nuovi strumenti - conclude Mantovani - Per esempio, strumenti immunologici che non siano evitabili dalle varianti, vaccini universali contro la classe dei coronavirus. Su questi ci stanno già lavorando" gruppi di scienziati. "Strumenti immunologici che vedono e inibiscono tutte le varianti".

11/04/2022

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