Contro il Covid-19, al posto dell’obbligo alla vaccinazione servirebbe l’obbligo all’uso della mascherina Ffp2. È la proposta di compromesso suggerita da Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova, intervenuto alla trasmissione Agorà, su Rai Tre. "Ci sono tante persone che hanno fobie – ha detto Crisanti -. Ci sono quelle che, per esempio, non viaggerebbero mai in aereo, nemmeno con l'obbligo. Bisogna accettare che c'è una piccola porzione di popolazione che ha questi problemi con la vaccinazione e queste persone non devono e non possono essere regalate ai no vax. Serve trovare un compromesso. Per esempio obbligarle ad usare la mascherina Ffp2 che è molto sicura".
"Siamo in una situazione in cui raggiungeremo un equilibrio, in cui il virus ha un certo livello di trasmissione e lo possiamo bloccare vaccinandoci, con la terza dose che a mio avviso deve essere parte del processo di vaccinazione, e mantenendo determinate precauzioni, come l’uso delle mascherine nei trasporti e nei luoghi pubblici affollati – ha continuato il professore -. Mantenendo questo livello di precauzione spero che raggiungeremo una situazione il più possibile lontana da quella della Gran Bretagna”.
La maggiore suscettibilità dell’infezione a livello della popolazione, secondo Crisanti, emergerà tra dicembre-gennaio. “Vaccinare con la terza dose fragili e anziani è corretto – ha aggiunto -, ma non è sufficiente, perché se non vaccineremo tutti con la terza dose fra poco avremo livelli di trasmissione particolarmente importanti".
"La ragione per cui l'Italia ha meno casi di Covid oggi è perché ci siamo vaccinati più tardi e abbiamo ancora misure di restrizione, come le mascherine nei luoghi chiusi e le limitazioni di capienza", ha aggiunto Crisanti. La differenza rispetto alla Gran Bretagna, ha quindi spiegato l’esperto, “è dovuta al fatto che noi abbiamo vaccinato più tardi e quindi siamo più protetti”. A questo aspetto va aggiunta la questione, “che loro hanno abbandonato tutte le precauzioni”.
Inoltre, “in Inghilterra e in Israele la maggioranza delle persone si è vaccinata tra gennaio e aprile – ha quindi precisato il professore -. Mentre in Italia la maggioranza si è vaccinata tra aprile e luglio. La protezione della vaccinazione dalla trasmissione cala dopo sei mesi dal 95% al 45% e, contro le complicazioni, cala dal 90% al 65% nello stesso arco di tempo. Quindi per questo l'Italia ha la popolazione più coperta". Sulla preoccupazione per i contagi, Crisanti ha ricordato che il problema si ha quando "l'indice Rt supera l'1" e che Rt "non ha nulla a che fare con i tamponi, sono cose diverse perché l'indice viene calcolato sui sintomatici".
28/10/2021
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