Gli articoli pubblicati e indicizzati nel 2022 su Web of Science, uno dei principali database multidisciplinari della ricerca scientifica, sono ben oltre 10 volte quelli di 50 anni fa, con un’impennata negli ultimi 20 anni. Oggi superano i 2 milioni e mezzo: erano 200mila nel 1970 e 800mila nel 2000. L'editoria scientifica è un mercato da 30 miliardi di euro di fatturato annuo, un'industria globale che potrebbe implodere soprattutto per l'operato delle 'mega-riviste', giornali scientifici che tutti possono leggere e su cui gli scienziati possono pubblicare senza limiti, solo pagando (tariffe salate, anche di 2.000 euro a lavoro pubblicato). A lanciare l'allarme sulle sorti dell'editoria e della ricerca scientifica mondiale è un editoriale pubblicato su 'Jama' dal team dell'università Cattolica e dell'Irccs Fondazione policlinico Gemelli di Roma. C’è una differenza sostanziale tra le mega riviste e le riviste scientifiche tradizionali.
Le mega-riviste, come 'Plos One' e 'Scientific Reports', che pubblicano ciascuna più di 2.000 articoli scientifici ogni anno - si legge in una nota - hanno avuto in pochi anni una crescita vertiginosa: se nel 2015 solo il 6% della letteratura biomedica era pubblicato su una mega-rivista, nel 2022 lo era un quarto degli articoli. Se le riviste che pubblicavano più di 3.500 articoli scientifici all’anno nel 2015 erano solo le 2 precedentemente menzionate, nel 2022 sono state 26.
Le riviste scientifiche tradizionali, come 'Nature' e 'Science', sono a pagamento per il lettore (scienziati, enti di ricerca, università), mentre i ricercatori possono pubblicarvi gratuitamente il proprio lavoro scientifico, che però deve passare una fase di revisione e accettazione molto selettiva (controllo dei dati, originalità del lavoro) prima di essere pubblicato. Per le mega-riviste, invece, l'unico scopo è pubblicare: gli scienziati pagano per pubblicarvi il proprio lavoro, mentre per il lettore la consultazione è assolutamente gratuita. Il processo di selezione dei lavori che andranno sulle loro pagine è quindi meno stringente, potendo favorire la pubblicazione di falsi scientifici, 'ricerche fotocopia', rendendo meno trasparente tutto il processo della ricerca scientifica e quindi anche determinando il rischio di orientare la ricerca verso obiettivi sbagliati e inconcludenti. Inoltre, richiedendo tariffe salate per la pubblicazione, potrebbero sfavorire ricercatori con pochi fondi e altresì risucchiare denaro, anche pubblico, destinato alla ricerca scientifica.
L'ascesa delle mega-riviste - prosegue la nota - ha coinciso anche con un analogo aumento dei 'preprint' in archivi online accessibili a tutti, ovvero pre-pubblicazioni di lavori che non hanno ancora passato alcun processo di revisione, come avviene prima che un articolo approdi sulle pagine di una rivista scientifica tradizionale. I server di preprint hanno tassi di accettazione di articoli in genere superiori al 70%, quindi fanno una selezione solo minima dei lavori.
A firmare l'editoriale il team di Stefania Boccia, responsabile della Sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze della vita e Sanità pubblica dell'università Cattolica e vicedirettrice scientifica del Gemelli, con Angelo Maria Pezzullo, docente di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università Cattolica, e John P. A. Ioannidis, epidemiologo di fama internazionale, docente di Medicina preventiva alla Stanford University in California. "Nonostante i potenziali svantaggi - commentano Boccia e Pezzullo - le mega-riviste hanno la potenzialità di rappresentare un cambiamento positivo se si impegnano a promuovere il rigore metodologico e, soprattutto, la trasparenza, nel rispetto delle pratiche di Open Science che si fanno sempre più necessarie".
Gli autori evidenziano, quindi, l'importanza di dare la priorità a pratiche di ricerca trasparenti e rigorose e invitano ricercatori, istituzioni e finanziatori a sostenere le riviste che difendono questi principi. Sottolineano inoltre il potenziale delle riviste tradizionali di dare l'esempio puntando ai più alti standard di trasparenza e rigore. Man mano che le mega-riviste crescono, gli autori prevedono che alcune riviste prestigiose potrebbero scomparire, ma alla fine ciò che conta è se la maggior parte delle riviste aderisca, sostenga e faciliti le migliori pratiche di ricerca.
28/03/2023
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