Per riuscire a migliorare i trattamenti legati alle malattie degenerative come la sclerosi multipla, un elemento molto importante è rappresentato dalla conoscenza della loro origine e della loro evoluzione. Una recente ricerca ha fatto passi avanti in questa direzione, grazie all’utilizzo della tomografia a contrasto di fase a raggi X.
Cause della sclerosi multipla
La sclerosi multipla è una malattia degenerativa che determina danni progressivi alle strutture del sistema nervoso centrale. La causa di questa patologia non è ancora chiara e le sue manifestazioni possono essere molto variabili. Negli ultimi dieci anni l’attenzione dei ricercatori si è soffermata in particolare sulle possibili cause, valutando il coinvolgimento dell'asse intestino-cervello e ipotizzando che alterazioni intestinali possano portare a disfunzioni cerebrali. Di conseguenza, una variazione della permeabilità intestinale potrebbe essere alla base della sclerosi multipla e di altre malattie neurodegenerative.
La ricerca
A questo proposito, è stata condotta di recente una ricerca da parte dell’Istituto di nanotecnologia (Nanotec) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Genova e altre istituzioni di ricerca internazionali. Lo studio, pubblicato su Communications Physics, ha preso in esame l’evoluzione nel corso del tempo del danno tissutale e dell'infiammazione in diversi organi, in modo da trovare biomarcatori precoci della malattia, ovvero indicatori biologici.
L’indagine, che al momento è stata effettuata su animali, non si è fermata ad analizzare il sistema nervoso centrale ma, alla luce delle evidenze emerse da precedenti studi, ha preso in considerazione anche gli effetti sull'intestino, oltre che su altri organi.
La tecnica di analisi e le conclusioni
La tomografia a raggi X a contrasto di fase è una tecnica di imaging radiografica che si basa sul principio di cambiamento di fase di un fascio di raggi X che attraversa un oggetto, con l’obiettivo di generare un’immagine. In questo caso, quindi, non si studia come il materiale assorbe il fascio, ma come lo rifrange. L’utilizzo di questo tipo di tomografia ha permesso di ottenere una risoluzione spaziale e di contrasto molto elevata, anche in tessuti poco assorbenti come cervello e midollo spinale. Grazie a questa tecnica sono state rivelate strutture che solitamente non sono visibili tramite i raggi X, realizzando immagini tridimensionali molto dettagliate. Queste immagini hanno consentito ai ricercatori di studiare le interazioni delle singole unità strutturali fra di loro e con il resto dell’ambiente.
Lo studio ha analizzato l’evoluzione dei danni in relazione a diversi organi, ovvero cervello, midollo spinale, nervo ottico e intestino, e ha contribuito a chiarire il processo di sviluppo e di progressione della sclerosi multipla. In particolare, sembra emergere che i primi segnali patologici della malattia siano proprio da individuare nell’intestino e non nel sistema nervoso. L’obiettivo dei ricercatori è adesso di proseguire il lavoro con l’applicazione sull’uomo.
27/01/2023
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