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Il dolore al petto improvviso e acuto è il sintomo riferito da 9 persone su 100 che vanno in pronto soccorso. Spia di condizioni gravi come un infarto, un'embolia polmonare o una miocardite, ma anche di disturbi meno preoccupanti quali il reflusso gastro-esofageo, il dolore toracico rappresenta infatti la prima causa di accesso ai servizi di emergenza.
Una tecnica di imaging innovativa sviluppata e testata per la prima volta dai ricercatori dell'Irccs San Raffaele di Milano aumenta dal 50% al 90% la capacità di una diagnosi differenziale corretta e potrebbe cambiare i protocolli internazionali, informano dall'ospedale, annunciando uno studio apparso su 'Radiology' con un editoriale di commento secondo cui la metodica potrà presto riscrivere gli standard attuali.

Il lavoro è stato coordinato da Antonio Esposito, professore ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia all'università Vita-Salute San Raffaele e vice-direttore del Centro di Imaging sperimentale dell'Irccs ospedale San Raffaele. Il protocollo diagnostico messo a punto dal team - spiega una nota - si basa su due tecnologie di imaging innovative (Lce ed Ecv) sviluppate negli ultimi 10 anni fra Europa e Usa con il contributo fondamentale dei ricercatori del San Raffaele, in grado di aggiungere informazioni preziosissime all'attuale esame Angio-Tc. Nell'ambito dello studio pubblicato, il nuovo protocollo è stato eseguito su 84 pazienti con dolore al petto ammessi al pronto soccorso: combinando le informazioni fornite da Lce ed Ecv, senza esami aggiuntivi, è stato possibile aumentare la capacità di diagnosi della Tc di circa il doppio. In 42 degli 84 pazienti arruolati, infatti, l'utilizzo della nuova procedura è risultato determinante per diagnosticare la patologia all'origine del dolore toracico.

"Di questi 42 pazienti - precisa Esposito - 22 soffrivano di miocardite, 3 di infarto miocardico a coronarie indenni, quindi non visibile tramite Angio-Tc o coronarografia, e un numero minore di altre patologie specifiche del miocardio. Tutte condizioni ad alto rischio che vanno identificate e adeguatamente curante il prima possibile, e che solo grazie al nuovo protocollo è stato possibile diagnosticare in urgenza", evidenzia. "Il protocollo - aggiunge - verrà presto applicato in ospedali in giro per il mondo dopo la prima esperienza riportata dal San Raffaele. Questa nuova Tc potrebbe diventare lo standard clinico negli ospedali di tutto il mondo, con un impatto straordinario sulla presa in carico dei pazienti con dolore toracico acuto: anticipare la diagnosi di giorni o settimane significa in questo caso allo stesso tempo salvare vite e ridurre la spesa sanitaria".

Questo esame permette di escludere alcune condizioni pericolose, quali l'ostruzione delle arterie che portano il sangue al cuore, le patologie potenzialmente mortali del primo tratto dell'aorta ascendente e l'embolia polmonare. L'Angio-Tc lascia però inesplorate tutta un'altra serie di cause, ugualmente pericolose, che portano alla morte di una parte delle cellule del muscolo cardiaco e che devono essere trattate in modo tempestivo.

"Purtroppo, anche con l'utilizzo dell'Angio-Tc Tro, disponibile solo nei pronto soccorso più avanzati al mondo, la diagnosi definitiva viene raggiunta in solo il 50% dei pazienti; l'altro 50% resta senza conferma diagnostica, nonostante la presenza di elevati valori di troponina nel sangue, un marcatore che indica la sofferenza delle cellule cardiache", rimarca Anna Palmisano, radiologo ricercatore dell'Irccs San Raffaele di Milano e primo autore dello studio.

"Questi pazienti con quadri indeterminati - continua - vengono in genere tenuti sotto osservazione, monitorati anche con dosaggi ripetuti della troponina e sottoposti appena possibile, nei giorni e nelle settimane successive, a ulteriori indagini diagnostiche, come una risonanza magnetica cardiaca o una biopsia, al fine di stabilire la causa di danno al muscolo cardiaco e poter intraprendere il percorso di cura più adeguato". La conseguenza è però un prolungamento dei tempi di ricovero e di diagnosi, con maggiori rischi e stress per il paziente, costi elevati per il sistema sanitario e un maggiore affollamento del pronto soccorso e dei reparti ospedalieri. Ecco perché il nuovo approccio diagnostico promette di fare la differenza.
Le tecniche Lce ed Ecv alla base del nuovo protocollo - prosegue la nota - si basano su una scansione acquisita a 10 minuti di distanza dalla classica Angio Tc e quindi possono essere effettuate nell'immediato.

"Le tecniche che abbiamo testato - commenta Esposito - rendono visibili le alterazioni del muscolo cardiaco a livello cellulare ed extracellulare, informazioni prima inaccessibili, consentendo di andare oltre la valutazione dei vasi sanguigni e di ampliare le possibilità diagnostiche. La nuova tecnica permette di identificare la presenza del danno al muscolo cardiaco e di comprenderne le cause con straordinaria precisione, con enormi vantaggi per il paziente e per il sistema sanitario".

23/12/2021

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