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Sono ormai numerose le riviste scientifiche che hanno messo al bando ChatGptchatbot che lavora con l’intelligenza artificiale, molto celebre del momento, che quindi d’ora in poi non potrà più comparire fra gli autori scientifici. All'inizio di gennaio un articolo pubblicato su 'Nurse Education in Practice' (Elsevier), sull'utilizzo delle piattaforme di intelligenza artificiale nella formazione degli infermieri, inserisce ChatGpt tra gli autori e gli assegna una mail e un numero identificativo. Una novità assoluta. Ma dopo solo qualche settimana gli editori hanno cambiato idea, vietando o limitando l'uso della chatbot sviluppata dal laboratorio di ricerca OpenAi, per il timore di errori ma anche di ricerche scientifiche fake o manipolate, si legge sul quotidiano britannico 'Guardian'.

Lanciato a fine novembre 2022 e basato su un sofisticato algoritmo di ‘machine learning’, chatbot può realizzare testi simili a quelli umani e gestire diverse attività come rispondere a qualsiasi domande gli venga posta, mettendo insieme più informazioni e avviando una conversazione di senso logico in tempi rapidissimi, oltre a fare traduzioni automatiche. Il livello è alto, ma anche ChatGpt commette errori. Sul fronte scientifico, il rischio è di produrre falsi abstract che però sono fatti talmente bene da ingannare i revisori che accettano gli articoli per la pubblicazione.

"Data la frenesia suscitata dall'arrivo di ChatGpt, è una buona idea rendere assolutamente esplicito che non permetteremo alla chatbot di essere un autore o che un suo testo venga utilizzato nei nostri articoli", ha affermato Holden Thorp, caporedattore di una delle più importanti riviste scientifiche, la statunitense 'Science'. Altri editori hanno adottato divieti simili. Martedì scorso, per esempio, Springer-Nature, che pubblica quasi 3.000 riviste, ha aggiornato le sue linee guida per dichiarare che ChatGpt non può essere elencato come autore, pur non bandendone l'uso nella stesura dei testi, a condizione che tutti i dettagli siano divulgati nel manoscritto. Lo stesso ha fatto Elsevier, che pubblica circa 2.800 riviste scientifiche, fra cui Cell e Lancet, e che è stato il primo, nel settore, a pubblicare un testo firmato anche da ChatGpt.

28/01/2023

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