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Un regime alimentare ipocalorico, sano, basato sulla dieta mediterranea rappresenta oggi il “migliore modello di dieta per allontanare il rischio di patologie di diverso genere, ma aiuta anche a mantenere sostenibile l’ambiente in cui viviamo". È il messaggio che arriva dalla Società italiana di Scienze dell’alimentazione (Sisa). Secondo gli esperti, "la salute dell’uomo e quella del pianeta viaggiano a braccetto anche a tavola".

“C’è sempre maggiore evidenza che la somma del carico di malattia dovuto a un’alimentazione non equilibrata, al consumo di alcol e alla mancanza di attività fisica sia uguale al carico di malattia provocato ogni anno dal fumo di sigaretta – spiega Andrea Ghiselli, presidente Sisa - Un eccesso nel consumo di carne oltre a troppe calorie e sedentarietà espone l’uomo a obesità, diabete, ipertensione, insulino-resistenza, malattie cardiovascolari e cancro”.

Il consumo di carne rossa e di salumi, “in Italia costituisce la seconda e la terza causa di carico di malattia da determinanti alimentari – ancora Ghiselli - Ma gli effetti si ripercuotono anche sull’ambiente con aumento di gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto), perdita di suolo, spreco di acqua, eutrofizzazione delle acque dolci con proliferazione di alcune specie a discapito di altre. Una serie di processi già in atto".

Si calcola che nel 2050 la popolazione mondiale ammonterà a quasi 10 miliardi di persone. Un dato non troppo sorprendente, visto che recenti stime dell’Onu calcolano che proprio il prossimo 15 novembre gli esseri umani sulla Terra diventeranno 8 miliardi. Numeri importanti che impongono riflessioni anche in rapporto alle risorse disponibili e al consumo di cibo da parte di ciascun individuo.

“Tra i problemi che ci troviamo ad affrontare insieme alla crescita della popolazione mondiale vi è quello dell’eccedenza ponderale, per cui si mangia sempre di più e nei Paesi sviluppati è in crescita la popolazione sovrappeso nonché quella affetta da obesità – evidenzia Silvia Migliaccio, segretaria Sisa - Oggi è in atto un cambio dei comportamenti, sebbene sia un processo ancora confuso. Si è creata maggiore attenzione per gli alimenti di origine vegetale, secondo le indicazioni di una dieta flexitariana, denominazione più accattivante della dieta mediterranea, che si caratterizza per la sostituzione frequente della carne con fonti proteiche vegetali".

"Tuttavia, allo stesso tempo, l’alimentazione si sta evolvendo verso alimenti ultra-processati, anche nei cibi vegetali, come dimostrano hamburger o wurstel fatti con legumi o verdure. L’industrializzazione non è necessariamente un male - osserva Migliaccio - poter contare su legumi in scatola o insalata in busta significa poter avere a disposizione prodotti di questo tipo in diverse occasioni. Per una accurata tutela della salute individuale sarebbe opportuna una dieta personalizzata, che tenga conto dei nuovi biomarcatori che in ciascun individuo indichino quali siano i punti su cui l’alimentazione può intervenire positivamente per prevenire determinate patologie, a seconda dell’età e delle caratteristiche della persona”.

03/10/2022

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