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"L'anoressia può uccidere. È la prima causa di morte tra le malattie psicologiche dei giovani, anche se di questo non si parla mai. Ma si può anche guarire completamente". Per farlo accadere, però, "è fondamentale trattare le cause, le emozioni e i traumi che stanno sotto l'iceberg del sintomo alimentare. Non è sufficiente curare l'appetito". In questo modo si è espressa all'Adnkronos Salute Fabiola De Clerq, scrittrice, fondatrice e presidente dell'Associazione bulimia anoressia (Aba), che commenta il successo della tennista Martina Trevisan a Parigi, che ha ricominciato a giocare dopo un difficile periodo legato a questo disturbo alimentare. "Per uno sportivo, che chiede molto al suo corpo, può essere anche più difficile uscirne. Ma, con i giusti interlocutori - evidenzia De Clerq - la guarigione è totale".

"Martina Trevisan - prosegue - ha vinto sull'anoressia, si è curata. E quando si guarisce, si guarisce completamente. Questa ragazza ha avuto la capacità di uscirne. Serve una terapia in grado di curare le cause psicologiche, la parte sommersa della malattia. Si può tornare ad avere un corpo performante, una testa performante". Martina, poi, "è una sportiva professionista, non è una che si fa una corsetta nel parco la mattina. È una ragazza che deve mettere alla prova il suo corpo in modo agonistico, si deve allenare tutti i giorni, non saltare mai. E ha necessariamente un rapporto complesso con il suo corpo, che è la sua forza e la sua debolezza. Per uscire dall'anoressia ci è voluta sicuramente una grande forza di volontà, per guarire fino in fondo". Per De Clerq "è un importante esempio di come ci si possa lasciare alle spalle questa malattia".

01/06/2022

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