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Mantenendo l'ora legale per tutto l'anno diminuirebbero gli effetti del caro bollette, ma si pagherebbe un prezzo elevato in termini di salute: il rischio di diabete e obesità potrebbe crescere di un quinto, secondo le stime degli esperti della Società italiana di endocrinologia (Sie), che si sono riuniti a Napoli per gli Incontri italiani di endocrinologia e metabolismo.

Dagli Stati Uniti, dove già nel marzo scorso con il Sunshine Protection Act democratici e repubblicani si sono accordati sulla richiesta di estendere l’ora legale, arrivano i primi dati relativi all’impatto sanitario di questa scelta. Alcuni studi – chiarisce la società scientifica in una nota - evidenziano che "mattine più buie e sere più luminose potrebbero avere effetti negativi sulla quantità di sonno e di conseguenza anche sul pericolo di obesità, sovrappeso e malattie metaboliche come il diabete, con effetti deleteri anche sul cuore". 

"Conservare l'orario estivo – afferma Annamaria Colao, presidente Sie e ordinario di endocrinologia all'Università Federico II di Napoli - consentirebbe di evitare tutti quei disturbi derivanti da alterazioni del ritmo circadiano per il passaggio ora legale/ora solare, che riguardano un'ampia fascia di popolazione. L'impatto potrebbe essere positivo soprattutto sui bambini che godrebbero di un'ora di più all'aria aperta e fare così più movimento. Ma a fronte di questi benefici, l'ora legale permanente può essere poco in sincrono con l'orologio biologico e rivelarsi perciò deleteria, accrescendo fino al 20% il pericolo di conseguenze negative sul metabolismo e il sistema cardiovascolare".

"Rivalutando studi condotti mettendo a confronto persone che vivono all'estremità Est e a quella Ovest di uno stesso fuso orario - riferisce Colao - ci si è accorti che chi vive a ridosso del fuso più occidentale, e quindi è in una situazione più simile a quella che si avrebbe con l'introduzione dell'ora legale permanente, in media dorme di meno. Dati dell'American Time Use Survey, per esempio, riferiscono che a Ovest si riposa circa 20 minuti in meno ogni notte, ovvero si dorme 115 ore in meno all'anno; è più probabile avere un sonno insufficiente, inferiore alle 6 ore per notte, e tutto ciò si traduce, oltre che in un calo del 3% della produttività, in una probabilità dell'11% più alta di essere in sovrappeso e del 21% di andare incontro a obesità e diabete. Anche il rischio di attacchi cardiaci sale del 19%, mentre quello di tumore al seno cresce del 5%".

Per la presidente Sie, "questi dati suggeriscono che qualcosa di analogo accadrebbe anche rendendo permanente l'ora legale nel nostro Paese. Infatti, le serate più luminose, dal canto loro, sarebbero meno affini all'orologio biologico umano che alla sera ha bisogno del buio per produrre melatonina e per un riposo adeguato. È possibile che abbia addirittura più benefici per la salute rendere permanente l'ora solare, che almeno sulla carta sembra più in sincrono con il nostro orologio biologico. Di certo però è giunto il momento di interrogarsi sull'opportunità di scegliere un orario fisso per tutto l'anno. Ulteriori studi aiuteranno senz'altro a comprendere se sia meglio per la salute scegliere l'ora solare o quella legale".

09/09/2022

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