Rigidità delle articolazioni delle mani e della colonna vertebrale, dolore, gonfiore e senso di calore sono alcuni dei sintomi caratteristici dell'artrite psoriasica (PsA), malattia che colpisce prevalentemente persone di età compresa tra i 30 e i 50 anni già affette da psoriasi o con familiarità con questa patologia. Ad oggi, non è nota la vera causa scatenante della PsA. Si sa solo che, se non controllata e trattata adeguatamene e soprattutto con tempestività, l’artrite psoriasica potrebbe arrivare a interferire in modo serio e irreversibile con la qualità di vita: il paziente, nei casi più gravi, potrebbe anche presentare una compromissione delle proprie capacità psico-motorie. Azioni comuni, come andare a lavorare, recarsi a scuola e anche vivere serenamente la propria vita sociale, possono diventare difficilissime.
Tuttavia, per migliorare l’impatto della patologia sulla qualità di vita è necessario raggiungere precocemente la minima attività di malattia (MDA) - definita in base alla riduzione di un insieme di sintomi della patologia (articolazioni tumefatte e dolenti, entesite, psoriasi) - e mantenerla nel tempo.
Lo studio
Secondo uno studio pubblicato su Rheumatic and Musculoskeletal Diseases, nei pazienti con PsA, il mancato raggiungimento dell'attività minima di malattia entro un anno è legato a peggiori PRO (patient repoted outcome, outcome riferiti dai pazienti, come la funzionalità fisica, il dolore e la valutazione globale di malattia). "Studi precedenti di letteratura – scrivono i ricercatori dell’Erasmus University Medical Center e Maasstad Hospital di Rotterdam e dell’Albert Schweitzerplaats di Dordrecht (Paesi Bassi) nell’introduzione allo studio - hanno dimostrato che i pazienti con PsA che raggiungono la MDA presentano livelli minori di fatigue (astenia) e una migliore qualità di vita correlata alla salute (HRQoL), nonché un miglioramento del benessere mentale e della produttività lavorativa rispetto ai pazienti che non raggiungono la MDA. È stata inoltre dimostrata l'importanza di raggiungere la MDA entro il primo anno per migliorare la HRQoL a 12 mesi. Ciò detto, fino ad ora non esistevano studi con dati a lungo termine a sostegno di questa tesi".
L'impatto della MDA è stato valutato utilizzando i dati di pazienti con PsA di nuova diagnosi, naïve ai farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) e con oligoartrite (2-5 articolazioni interessate) o poliartrite (più di 5 articolazioni) al basale, provenienti dalla coorte olandese DEPAR (Dutch southwest Early PsA cohoRt).
Lo studio ha coinvolto 240 pazienti classificati in 3 gruppi: pazienti con raggiungimento della MDA a 9 e a 12 mesi dalla diagnosi di PsA (MDA mantenuta); pazienti con raggiungimento della MDA entro il primo anno ma senza mantenimento di questo stato a 9 e a 12 mesi (MDA non mantenuta) e pazienti senza raggiungimento della MDA entro un anno.
I ricercatori hanno messo a confronto, inoltre, i PROs tra le coorti in studio dal primo al terzo anno. Dei pazienti inclusi nello studio, il 43% (ovvero 104) ha mantenuto la MDA, il 25% (60) è stato inserito nel gruppo senza la MDA mantenuta, mentre il 32% (76) non è stato in grado di raggiungere la MDA. L'età media del campione 52,8 anni, il 51% (122) rappresentato da uomini e la durata mediana dei sintomi era di 9,4 mesi.
I risultati
Dall’analisi dei dati è emerso che, rispetto al gruppo che ha mantenuto la condizione di MDA, i pazienti non in MDA presentavano PROs significativamente peggiori durante le visite di follow-up, sia rispetto al gruppo che ha mantenuto la condizione di MDA sia al gruppo non con MDA mantenuta. Non solo: dalla ricerca si evince che il dolore era più elevato nei pazienti che non erano nella condizione di MDA e nel gruppo con MDA non mantenuta rispetto al gruppo con MDA mantenuta. Anche la fatigue, esaminata con il Bristol Rheumatoid Arthritis Fatigue-Multidimensional Questionnaire, è risultata più elevata nella coorte non i in MDA, così come i livelli di ansia e depressione erano statisticamente più elevati nei pazienti che non avevano raggiunto la MDA rispetto agli altri gruppi.
“Per ridurre l'impatto della PsA sulla qualità di vita dei pazienti – affermano gli autori dello studio - è necessario un trattamento intensivo precoce che si concentri su tutti gli aspetti della malattia, comprese le comorbidità associate. Nei pazienti che non raggiungono la minima attività della malattia, nonostante l'intensificazione precoce della terapia, dobbiamo guardare oltre i DMARD biologici ed essere consapevoli delle comorbidità e di altri fattori che influenzano la capacità di questi pazienti di raggiungere la MDA".
La PsA in Italia
Sono oltre 300.000 le persone, in Italia, che hanno ricevuto una diagnosi di questa patologia infiammatoria cronica, che coinvolge la pelle, le articolazioni e i tendini e si sviluppa quando il sistema immunitario attacca i tessuti e le cellule sane. Una patologia progressiva e debilitante, che – secondo la Società italiana di Reumatologia (Sir) - si manifesta in 1 paziente con psoriasi su 3. La sintomatologia della PsA provoca manifestazioni cliniche molto differenti perché, oltre a colpire le articolazioni, i tendini e la schiena, a volte non risparmia organi come l’intestino o l’occhio, oltre naturalmente alla cute.
19/04/2023
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