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La forte raccomandazione di smettere di fumare ha lo scopo di evitare diverse problematiche di salute, come il rischio aumentato di tumore al polmone e ad altri organi, di patologie respiratorie e cardiovascolari e di disturbi legati all’apparato riproduttivo maschile e femminile. Riuscire a perdere questa abitudine, però, risulta spesso molto difficile e, negli ultimi anni, ha cominciato a diffondersi il ricorso a sigarette elettroniche e a prodotti a tabacco riscaldato, con l’idea di limitare i danni e di facilitare l'abbandono del fumo. Un recente studio dimostra che questo comportamente non solo non è efficace ma può anche avere un effetto opposto.

Il fumo in Italia

Secondo i dati raccolti dall’Istat e relativi al 2021 i fumatori in Italia dai 14 anni sono quasi 10 milioni. La fascia di età compresa tra i 25-44 risulta essere la più interessata, con circa 1 persona su 4 che ha l’abitudine di fumare. Per quanto riguarda le conseguenze sulla salute, si stima che possano essere attribuiti al fumo più di 93.000 decessi, cioè il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% fra le donne. (Fonte: Tobacco Atlas sesta edizione) Inoltre, si calcola che siano collegabili a questa pratica almeno 43.000 decessi all’anno di tumore, di cui il fumo rappresenta il principale fattore di rischio.

L’utilizzo della sigaretta elettronica sembra essere in Italia ancora limitato e coinvolge nel 2020 meno del 2,4% della popolazione, anche se si registra un lento aumento rispetto all’1,5% del 2014 (dati Istat). I prodotti a tabacco riscaldato si stima siano utilizzati da circa 1 persona su 100 per il triennio 2018-2020; si nota un aumento lieve ma costante, con passaggio dallo 0,5% del 2018 all’1,6% del 2020. (dati: Sorveglianza PASSI - Istituto Superiore di Sanità)

Sigaretta elettronica e prodotti a tabacco riscaldato: cosa sono

La sigaretta elettronica è un dispositivo che consente di inalare vapore, di solito aromatizzato, contenente quantità variabili di nicotina, compresa generalmente fra 6 e 20 mg. La miscela utilizzata è composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo e altre sostanze, tra cui gli aromatizzanti. I prodotti con tabacco riscaldato sono invece utilizzati inserendo una piccola sigaretta di tabacco all’interno di un apparecchio che permette di scaldarlo senza bruciarlo.

Lo studio

Uno studio di coorte prospettico, il primo di questo genere condotto in Europa, è stato coordinato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e realizzato attraverso la collaborazione fra l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Pavia e l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO) di Firenze. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Tobacco Control e sono particolarmente utili perché consentono di valutare l’impatto di sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato nel corso del tempo.

La ricerca si è svolta durante i primi mesi dell’emergenza pandemica e ha visto la partecipazione di 3.185 soggetti di età compresa tra 18 e 74 anni, ai quali è stato chiesto di indicare il loro status di fumatori e di chiarire il loro comportamento rispetto all’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. Le loro risposte hanno riguardato due periodi diversi del 2020: aprile-maggio (baseline) e novembre-dicembre (follow up), in modo da prendere in considerazione eventuali cambiamenti avvenuti nel frattempo.

I risultati

Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che i non-fumatori che facevano uso di sigarette elettroniche alla baseline avevano maggiore probabilità di diventare fumatori di sigarette al follow-up rispetto a chi non se ne serviva o a chi utilizzava prodotti a tabacco riscaldato.

I partecipanti che si professavano alla baseline fumatori e che avevano cominciato a usare sigarette elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato prima del follow up hanno dimostrato di avere probabilità maggiori di restare fumatori rispetto ai non utilizzatori. L’effetto negativo del ricorso a questi prodotti include anche gli ex fumatori, per i quali viene evidenziato un maggiore rischio di ricaduta nel fumo rispetto a chi non ne fa uso.

Anche se i dati devono essere confermati da studi più ampi, l’indicazione che emerge è chiara e indica che i dispositivi in oggetto non debbano essere considerati adeguati supporti per smettere di fumare. Al contrario, sigarette elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato favoriscono la ripresa o l’inizio dell’abitudine di fumare sigarette e ne rendono più difficile l’abbandono.

03/01/2023

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