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Il ruolo del fumo come fattore di rischio in ambito oncologico è ormai accertato e ricopre particolare rilevanza in caso del tumore al polmone. Fra tutti i decessi determinati da questa patologia, il fumo è il principale responsabile nell’87% dei casi per gli uomini e nel 65% per le donne (I numeri del cancro in Italia 2021).

Ma cosa succede se si smette di fumare, anche dopo una diagnosi di cancro al polmone?

Cessazione del fumo dopo la diagnosi: i dati sulla sopravvivenza

Se la prevenzione resta un tassello essenziale, e quindi evitare di fumare o smettere in tempo rappresentano le opzioni migliori, uno studio pubblicato sul Journal of Thoracic Oncology, la Gazzetta ufficiale dell'International Association for the Study of Lung Cancer, offre prospettive incoraggianti anche ai fumatori che risultano essere già affetti da tumore al polmone. Questa ricerca, con-dotta da un team italiano, ha visto la collaborazione dell'Istituto per la Ricerca sul Cancro, la Prevenzione e la Rete Clinica di Firenze e dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Gli studiosi hanno effettuato una meticolosa analisi dei dati pubblicati fino ad ottobre 2021 relativi alla cessazione del fumo dopo la diagnosi di cancro ai polmoni, che prendono in considerazione più di 10.000 persone.

Dall’analisi emerge che se i pazienti affetti da questa patologia smettono di fumare dopo la diagnosi riscontrano un miglioramento del 29% nella sopravvivenza globale, rispetto ai pazienti che continuano a fumare.

Il fumo e gli effetti sul tumore

I risultati della ricerca evidenziano che i benefici sull’allungamento della vita riguardano le diverse tipologie di tumore al polmone, quindi sia quello non a piccole cellule, il più frequente, che quello a piccole cellule o con istologia non precisata. La spiegazione risiede nel fatto che il fumo favorisce la crescita e lo sviluppo di metastasi del tumore, diminuendo nello stesso tempo efficacia e tolleranza delle terapie ed elevando il rischio di complicanze postoperatorie.

Diventa quindi molto importante informare il paziente sui benefici della cessazione del fumo che, insieme a programmi di screening con la TAC a basse dosi, contribuisce a migliorare significativamente la gestione della patologia.

Attenzione anche alle sigarette elettroniche

La raccomandazione di smettere di fumare riguarda anche le sigarette elettroniche, considerate a volte utili per aiutare a togliersi poco alla volta il vizio del fumo di tabacco. In realtà, una ricerca portata avanti dall’Università della California San Diego e dall’UC San Diego Moores Cancer Center, e pubblicata su JAMA Network, smentisce questa ipotesi.

I dati evidenziano, infatti, che chi ha sostituito il tabacco con le sigarette elettroniche ha aumentato il rischio di ricaduta al fumo nell’anno successivo dell’8,5% rispetto a coloro che hanno cessato del tutto.

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