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È prossimità la “prima parola chiave” della "riforma che mettiamo in campo con il Pnrr, che investe circa 20 miliardi nella sanità", per il ministro della Salute, Roberto Speranza. "L'idea di un Servizio sanitario di prossimità – continua - è il contrario dell'idea secondo cui per curarti devi scappare dalla tua terra, devi andare lontano”.

Nel declinare il significato, in ambito sanitario, della parola “prossimità”, il ministro ha ricordato che il primo elemento “è l'assistenza domiciliare: l'idea di un medico e di un infermiere che ti vengono a casa e ti danno una risposta. Oggi i numeri dell'Italia segnalano ancora un ritardo e l'assistenza domiciliare è ancora debole - ha ricordato Speranza - fino a pochi mesi il 4% delle persone sopra 65 anni poteva avere un'assistenza a casa, mentre la media dei paesi Ocse è del 6% e i migliori esempi, come Germania e Svezia, sono al 9%. Con le risorse del Pnrr, il Piano nazione di ripresa e resilienza - assicura il ministro - l'Italia diverrà il primo paese d'Europa per assistenza domiciliare con il 10%".

In aiuto viene anche “per la prima volta, quest'anno” il Pon Salute, il Programma operativo nazionale. “Nella lunga storia della programmazione delle risorse europee – ricorda Speranza - i Pon sono stati sempre uno strumento fondamentale per ridurre le diseguaglianze tra Sud e Nord. E si sono fatti quasi su tutto. Ma non si era mai fatto sulla Salute". Questa volta, aggiunge, “noi portiamo a casa un risultato senza precedenti: 625 milioni per il 'Pon Salute'. E li useremo per recuperare i ritardi sugli screening oncologici, che al Sud sono in ritardo rispetto al resto d'Italia. E metteremo risorse sulla salute mentale e sulla medicina di genere. Sono soldi importanti in più, che ci consentiranno nel nostro pezzo di Italia di avere maggiori risposte rispetto agli standard più alti che ci sono nel resto del Paese”.

L’obiettivo è “assolutamente riuscire a spendere tutti i fondi del Pnrr - per Speranza -. Si tratta del più grande investimento che fa l'Unione Europea lo fa proprio in Italia, quindi non possiamo permetterci di non essere all'altezza di questa sfida. Proprio per questo ci sarà bisogno di un rapporto molto costante tra gli uffici tecnici dei Comuni, delle Regioni, dei ministeri, perché non possiamo immaginare di avere ritardi o di sprecare questa occasione. Ce la possiamo fare”.

17/03/2022

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