Una ricerca coordinata dal Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Vittorio Erspamer dell'università Sapienza di Roma ha studiato i meccanismi con cui il sistema immunitario e il sistema nervoso comunicano per regolare importanti funzioni cerebrali come l'apprendimento e come questa comunicazione sia fondamentale per modulare i comportamenti ansiosi. Servendosi di un modello sperimentale animale – spiega una nota - il gruppo di ricerca guidato da Cristina Limatola ha individuato alcune popolazioni di cellule immunitarie che si trovano nelle meningi cerebrali. In particolare, sono stati caratterizzati i linfociti Natural Killer e le cellule linfoidi innate di tipo 1.
“Abbiamo visto – chiarisce Limatola - che l'eliminazione selettiva di queste popolazioni cellulari dalle meningi del topo, attraverso la somministrazione di specifici farmaci, modifica alcuni comportamenti legati alla formazione della memoria non spaziale e all'ansia. Abbiamo descritto i meccanismi responsabili di questi effetti, identificando due diverse vie di segnalazione: una mediata dall'interferone gamma e l'altra dall'acetilcolina. Queste due molecole mediano la comunicazione tra cellule neuronali e i livelli di alcuni neurotrasmettitori nel cervello. In particolare, l'interferone-γ è coinvolto nella formazione della memoria non spaziale, modulando la trasmissione di tipo inibitorio a livello della corteccia cerebrale, mentre l'acetilcolina regola i circuiti cerebrali coinvolti nell'ansia”.
I risultati del lavoro, pubblicati sulla rivista Nature Communications – conclude la nota - aprono nuovi scenari nello studio delle vie di comunicazione tra sistema immunitario e sistema nervoso centrale. Ma non solo. Una conoscenza approfondita dei meccanismi con cui si formano le memorie o si sviluppano comportamenti ansiosi è di fondamentale importanza per la prevenzione o il trattamento di patologie come il morbo di Alzheimer, patologie psichiatriche o del neurosviluppo.
09/06/2023
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