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Si parla sempre più di Digital Health e delle sue potenzialità, recentemente concretizzate attraverso progetti che mettono al centro telemedicina e strumenti digitali, con l'intento di migliorare accessibilità e continuità delle cure, soprattutto in seguito alle difficoltà causate dalla pandemia.

A fianco degli importanti progressi e degli investimenti previsti nel PNRR non mancano, però, significativi ostacoli verso la realizzazione di una sanità digitale strutturata ed efficiente, che risiedono spesso in una mancanza di conoscenze tecniche adeguate e in una diffusa resistenza a fidarsi di un diverso approccio alla medicina. Atteggiamento che può sembrare tipico della fascia di popolazione anziana, estremamente rilevante in Italia, ma che sorprende se presente nell’ambito dei giovani medici, come emerge da una ricerca.

Giovani medici e digitale: dati poco incoraggianti

Per approfondire questa tematica è stata condotta un'indagine nazionale da parte della task force scientifica del progetto Validate (Value-bAsed Learning for Innovation, Digital-health, Artificial inTelligencE), con il contributo dell’Associazione Segretariato italiano giovani medici (Sigm) e dall’Istituto superiore di sanità. I risultati, che hanno destato non poco stupore, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Annali dell’Iss.

All’interno di questo studio è stata presa in considerazione la cosiddetta generazione millennial, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996, secondo la classificazione del Pew Research Center, apostrofati solitamente come nativi digitali ma che invece paiono essere poco aggiornati sul piano tecnologico.

Le risposte al sondaggio online, che hanno coinvolto 262 medici di età inferiore ai 35 anni, evidenziano che:

  • il 13% degli intervistati ha utilizzato Big Data nel corso di attività cliniche o di ricerca;
  • il 13% ha lavorato con tecnologie -omiche e modelli predittivi;
  • un altro 13% ha esperienza con l’Intelligenza artificiale;
  • il 6% ha sperimentato l’Internet of things;
  • il 22% si è servito di almeno uno strumento di telemedicina;
  • 23% dei partecipanti ha affermato che la raccolta dei dati durante le attività clini-che è ancora svolta tramite supporto cartaceo.

Il ruolo di una formazione digitale

Nel valutare questi numeri va considerato che l’indagine è stata effettuata a febbraio 2020, in fase pre-pandemica, e che quindi non era ancora presente la relativa spinta alla digitalizzazione, rivelatasi molto forte nel settore sanitario. Ciò non toglie che i dati emersi possano aiutare a comprendere le criticità che caratterizzano il processo formativo dei medici, in grado di ostacolare la piena affermazione della Digital Health nel nostro paese.

Dopo avere preso atto di queste lacune, il passo successivo è di investire attivamente in percorsi di formazione specifici che riescano a trasmettere conoscenze approfondite sulla funzione e l’utilizzo delle tecnologie, ormai imprescindibili in medicina. Un esempio in questo senso è rappresentato dal progetto MS Heroes - Health Revolution, dedicato a giovani neurologi, che ha affrontato importanti tematiche relative a comunicazione digitale, gestione dei Big Data e dell’AI.

Un’altra occasione è collegata alla stessa task force Validate, che intende portare avanti, insieme alla Società Italiana di Leadership e Management in Medicina, la realizzazione di un percorso formativo che fornisca le adeguate conoscenze tecnologiche per svolgere la professione medica al giorno d’oggi. Si tratta di un progetto che rientra in un insieme di proposte del Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, la cosiddetta Repubblica Digitale, e che prevede la creazione di un panel nazionale e internazionale di esperti, con l'obiettivo di individuare un insieme di conoscenze di base in ambito di Digital Health.

L’acquisizione di competenze digitali diventa così parte integrante del percorso di formazione di medici competenti e in grado di sfruttare al meglio tutte le potenzialità che la tecnologia oggi offre, per una sanità sempre più evoluta e attenta alle effettive necessità dei pazienti.

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