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Sono soltanto 11 le Regioni/Province autonome italiane che hanno passato l’esame del ministero della Salute sull'adempimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) nel 2020. Si tratta delle evidenze emerse dall’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe dopo la pubblicazione da parte del dicastero di Lungotevere Ripa del 'Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo sistema di garanzia' (Nsg), che prende in considerazione 22 indicatori suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. I risultati mettono in luce "enormi diseguaglianze tra Nord e Sud", sottolinea il Gimbe.

Le Regioni/Pa adempienti - chiarisce la Fondazione - sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Le altre 10 sono inadempienti: Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area di valutazione; Basilicata, Campania, Provincia autonoma di Bolzano, Sardegna e Valle D'Aosta con un punteggio insufficiente in due aree; Calabria insufficiente in tutte le tre aree. "Nonostante il maggior impatto della prima ondata pandemica" Covid "nel Nord del Paese – fa notare Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - anche la nuova 'pagella' conferma sia il gap Nord-Sud, visto che solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti, sia le condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria".

Ogni anno - ricorda la Fondazione Gimbe - il ministero della Salute valuta l'erogazione delle prestazioni sanitarie, i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza (Lea), che le Regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket. "Si tratta di una vera e propria 'pagella' per i servizi sanitari regionali - dichiara Cartabellotta - che permette di identificare Regioni promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e bocciate (inadempienti)". Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, strumento che prevede uno specifico affiancamento da parte del ministero della Salute che può arrivare sino al commissariamento della Regione.

Fino al 2019 lo strumento di valutazione era la cosiddetta 'Griglia Lea, che dal 2020 è stata sostituita da 22 indicatori del Nuovo sistema di garanzia (Nsg), sempre suddivisi in tre aree prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Per ciascuna area viene assegnato un punteggio compreso fra 0 e 100 e le Regioni vengono considerate adempienti se raggiungono un punteggio pari o superiore a 60 in ciascuna delle tre aree; con un punteggio inferiore a 60 anche in una sola area, la Regione viene classificata inadempiente. "Considerato che il 2020 è stato caratterizzato dall'emergenza pandemica - precisa Cartabellotta - il monitoraggio dell'erogazione dei Lea è stato effettuato solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale".

Sulla base del 'Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo sistema di garanzia', pubblicato dal ministero della Salute, "la Fondazione Gimbe ha effettuato alcune analisi - evidenzia il presidente - sia per confrontare la resilienza dei servizi sanitari regionali nell'anno dello scoppio della pandemia, sia per valutare le differenze tra le Regioni del Nord, colpite con violenza dalla prima ondata, e quelle del Sud, di fatto risparmiate da tale impatto grazie al prolungato lockdown della primavera 2020".

23/02/2023

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