I cittadini potranno partecipare ai processi decisionali per la promozione della salute. Lo ha stabilito il Ministero della Salute con un provvedimento che va verso la maggiore inclusione della voce dei pazienti nei processi decisionali istituzionali, così come richiesto da alcune regioni.
Sette le modalità di partecipazione:
1) la consultazione, che prevede il coinvolgimento in percorsi decisionali, nella fase istruttoria, con la finalità di acquisire la posizione degli Enti su un provvedimento che si intende adottare. La consultazione può avvenire su provvedimenti di ampio respiro e su specifici programmi. In tale ambito si prevede una forma di consultazione estesa non solo agli Enti ma a tutta la “società civile” interessata al tema che verrà svolta mediante l’utilizzo di una piattaforma dedicata;
2) la definizione dell’agenda. Questo step prevede la possibilità per gli Enti di avanzare istanza affinché questioni ritenute rilevanti siano incluse nell’agenda di lavoro del Ministero della salute, con le relative ipotesi di azioni proposte dagli Enti;
3) co-progettazione dell’intervento: in questo caso l’amministrazione si avvale della collaborazione degli Enti nella definizione di programmi, piani o interventi di diretto o indiretto impatto sui cittadini/pazienti, per progettarne lo svolgimento, integrarne i contenuti, correggerne le procedure, identificare le metodologie di valutazione degli effetti;
4) supporto all’implementazione dei programmi di politica sanitaria con la collaborazione degli Enti nella attuazione di provvedimenti, piani e programmi già adottati, tramite attivazione di focus group, protocolli d’intesa e forme di coinvolgimento “sussidiario”;
5) generazione delle evidenze: in questa fase gli Enti possono presentare le loro evidenze, testimonianze ed esperienze di cui l’Amministrazione può tenere conto nel percorso decisionale a titolo di “patient evidence”;
6) valutazione e il monitoraggio: questa fase prevede da parte dell’amministrazione forme e programmi di valutazione e di monitoraggio partecipato circa l’attuazione delle proprie politiche, fornendo ampia evidenza pubblica dei relativi risultati, anche attraverso i canali di comunicazione che gli Enti possono offrire a complemento di quelli istituzionali. Tale comunicazione deve basarsi sulla trasparenza dei risultati sia in caso di valutazioni positive, che negative, da intendersi come “aree di miglioramento”.
7) la possibilità di riesame: gli Enti possono avanzare istanze di modifica di uno specifico provvedimento, supportando l’istanza attraverso la presentazione all’amministrazione di propria documentazione a supporto.
“Un risultato importante – afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – frutto delle richieste, dell’impegno e delle proposte avanzate in questi anni da Cittadinanzattiva e dalle organizzazioni di pazienti che aderiscono al nostro coordinamento nazionale delle associazioni di malati cronici e rari, affinché le organizzazioni civiche e di pazienti possano contribuire in maniera inclusiva e competente alle scelte del ministero della Salute. Si tratta di un importante passo in avanti per garantire una partecipazione che sia efficace, inclusiva e rendicontabile così come previsto dalla nostra matrice civica della partecipazione in sanità. Sarà nostro impegno monitorare e rendere effettivo quanto previsto da questo atto a livello nazionale e locale, affinché le scelte in sanità siano sempre più ispirate da e ai reali bisogni dei cittadini e delle loro comunità”.
10/10/2022
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