Le tecnologie Next generation sequencing (Ngs), test di profilazione genomica che permette di analizzare l’intero genoma umano, e i Molecular tumor Board (Mtb), team interdisciplinari di esperti che si dedicano all’interpretazione clinica dei nuovi dati disponibili, non sono presenti in modo omogeneo sul territorio italiano. "Nei Centri specializzati per terapie oncologiche, il sequenziamento di nuova generazione Ngs è utilizzato solo nel 50% dei casi. Gli Mtb sono presenti a macchia di leopardo, in 13 Regioni su 19 e con una grande variabilità di modelli organizzativi. Sette gli Mtb regionali censiti, ma ci sono anche gruppi intraregionali aziendali o di rete. Soprattutto un terzo dei professionisti (il 33,6%) non ha accesso al team". Si tratta dei risultati emersi dalla survey nazionale condotta dal Collegio dei Primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo), condotta nell’ambito del Progetto Oncologia di Precisione, pubblicati su 'The Oncologist'.
"Sulla base di questa analisi – afferma Luigi Cavanna, Presidente del Cipomo – le istituzioni di Governo possono trarre utili spunti per affinare i provvedimenti e per applicarli nei diversi ambiti. Bisogna tener conto degli elementi essenziali necessari per rendere l’Oncologia di precisione fruibile a tutti i potenziali destinatari, in modo appropriato e sostenibile. Tra questi: la popolazione e l’estensione geografica, i modelli organizzativi, le esperienze già in corso e le dinamiche di veloce evoluzione delle conoscenze”.
La pubblicazione avviene in concomitanza con l’invio in Conferenza Stato Regioni della bozza di Decreto che istituisce i Molecular Tumor Board e individua i Centri specialistici per l’esecuzione dei test per la profilassi genomica estesa Ngs. Risultati che offrono quindi una chiave di lettura per sciogliere i nodi organizzativi. "Nelle aziende - evidenzia l'indagine - che utilizzano il sequenziamento Ngs, i laboratori sono collocati nell’81,4% dei casi internamente alla struttura o nella rete regionale. Solo il 18,6% si rivolge a servizi privati. Per quanto riguarda gli aspetti legati al rimborso, la maggior parte degli intervistati (57,7%) non sapeva se la propria Regione avesse definito tariffe specifiche per questo tipo di analisi".
"Gli Mtb erano presenti e formalmente decretati, al momento della survey, in Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania e Sicilia. In Puglia era presente ma non ancora formalmente decretato. Il 43,7% dei professionisti - prosegue Cipomo - afferma di non aver mai avuto bisogno di segnalare a un Mtb casi per consulenza e il 32,4% ritiene che l’attuale organizzazione dei Molecular Tumor Board nel proprio contesto non soddisfi le proprie esigenze".
Secondo Cipomo, "la registrazione delle attività cliniche degli Mtb è fondamentale; tuttavia, il 31,3% degli intervistati ha riportato di non essere a conoscenza dell’esistenza di un database per le discussioni degli Mtb, il 26,9% ha affermato di non utilizzarne alcuno, il 41,8% ha riportato l’utilizzo di un database in diverse forme per tenere traccia dei dati di discussione Mtb (il 22,4% database locale, il 14,9% database regionale, il 4,5% utilizza piattaforme online)".
Dalla survey "è emerso inoltre un orientamento netto a favore di una composizione agile degli Mtb, che veda presenti stabilmente alcune figure chiave (oncologi, patologi, biologi molecolari, genetisti, farmacisti e case manager) in numero inferiore rispetto ai primi Mtb regionali istituiti, che comprendevano molte più figure professionali. Tutti i direttori - prosegue l'indagine - hanno concordato con la presenza di un oncologo (100%) e la maggioranza la ritiene indispensabile per un Mtb la presenza di: biologi molecolari (96%), patologi (92%), genetisti (76%), farmacisti ospedalieri (60%) e case manager (57%).
“I risultati di questa survey confermano la necessità di un lavoro comune continuo tra i professionisti e le Istituzioni di Governo sui fronti in rapida evoluzione dell’Oncologia medica – conclude Gianpiero Fasola, direttore Dipartimento ad attività integrata di Oncologia e direttore Soc di Oncologia presso l’Azienda ospedaliero universitario Santa Maria della Misericordia Asu Friuli Centrale – le dinamiche della nostra disciplina sono molto veloci: se non adeguiamo tempestivamente l’organizzazione, corriamo il rischio di non portare a tutti i pazienti i benefici dell’innovazione”.
14/03/2023
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