I pazienti con asma severo hanno un maggior rischio di finire in terapia intensiva o di morire a causa del Covid-19 se precedentemente ricoverati per questa malattia respiratoria. Lo sostiene uno studio scozzese pubblicato su Lancet Respiratory Medicine.
Lo studio di coorte in Scozia
Lo studio di coorte nazionale è stato condotto su adulti in Scozia, di età pari o superiore ai 18 anni, per un totale di 4.421663 pazienti inclusi nell’EAVE II (Early Pandemic Evaluation and Enhanced Surveillance of Covid-19), una piattaforma di sorveglianza di Covid-19 in tutta la Scozia usata per tracciare e prevedere l'epidemiologia del virus, informare la valutazione della stratificazione del rischio e studiare l'efficacia e la sicurezza del vaccino. I partecipanti allo studio sono stati seguiti dal 1° marzo 2020 fino alla data del decesso o fino alla fine del follow-up (27 luglio 2021).
I ricercatori hanno valutato il rischio di ospedalizzazione per Covid-19 e l’outcome composito rappresentato dal ricovero in terapia intensiva o dalla mortalità per Covid-19 in soggetti adulti asmatici,trattati nei due anni precedenti all’inizio dello studio con due o più cicli di steroidi orali, o ricoverati in ospedale per asma prima di marzo 2020.
I risultati
Il 12,7% dei partecipanti allo studio ha riferito una condizione asmatica diagnosticata da un medico (dati relativi al periodo marzo 2020 - luglio 2021). Il 7% di questi era andato incontro ad infezione da Sars-CoV-2, insieme al 12,3% di quelli ospedalizzati per Covid-19. Non solo: dai dati è emerso che i soggetti con asma si caratterizzavano per un rischio maggiore di ospedalizzazione per Covid-19 rispetto ai soggetti senza asma.
Questa associazione è stata documentata anche negli asmatici sottoposti, nei due anni precedenti, a uno, due, tre o più cicli pregressi di steroidi orali. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato un innalzamento del rischio di ricovero in Medicina d’urgenza per il virus o della mortalità negli asmatici rispetto ai non asmatici.
Inoltre, il 4,1% dei partecipanti ha riferito di essere stato ricoverato in terapia intensiva mentre il 3,1% sono i deceduti. Di questi, 1186 (98,3%) a causa del virus.
“Tutto ciò – spiegano i ricercatori – dovrebbe tradursi in 160.910 adulti asmatici che sono stati sottoposti a due o più cicli di steroidi orali o che sono andati incontro a precedente ospedalizzazione per asma in Scozia durante il periodo in studio, da sottoporre con priorità ai vaccini anti Covid-19 (1.930.920 in tutto il Regno Unito). Se prendiamo in esame solo i soggetti trattati con due o più cicli di steroidi orali nei 2 anni precedenti, la stima di adulti asmatici da sottoporre con priorità alla dose booster vaccinale si attesta su 158.000 individui in Scozia, un valore simile al numero (circa 160.000) stimato se si usano entrambi i marker di storia di attacco asmatico”.
Secondo gli autori della ricerca, gli adulti con una storia di attacco asmatico nei 24 mesi precedenti (definito da due o più prescrizioni di steroidi orali o da ospedalizzazione pregressa per asma) mostrano un innalzamento del rischio di ospedalizzazione per Covid-19 e di soddisfacimento dell’outcome composito rappresentato dal ricovero in terapia intensiva o dall’evento fatale, rispetto ai soggetti non asmatici.
Lo scudo del vaccino
Tali risultati sono stati utilizzati dalla Commissione Britannica su Vaccini e Immunizzazione per l’ultima campagna vaccinale (dose booster) anti Covid-19, fornendo il razionale per la selezione dei pazienti asmatici da indirizzare prioritariamente a questo intervento di immunoprofilassi.
19/04/2022
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