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Durante la gravidanza si svolgono regolari visite e controlli medici, per tenerne sotto controllo l’evoluzione e la salute di mamma e bambino. Uno dei parametri tra i più importanti da valutare è la presenza o meno di diabete gestazionale.

Il diabete gestazionale è una forma di diabete in cui la glicemia elevata si manifesta durante la gravidanza e colpisce circa il 6-7% delle donne incinte. Si parla, invece, di diabete pre-gestazionale quando la condizione è precedente all’inizio della gravidanza. In genere, questa condizione si risolve subito dopo il parto, ma non è da escludere che, se non trattato adeguatamente, possa aumentare la possibilità per la madre di sviluppare un diabete mellito di tipo 2, anche dopo un periodo molto lungo.

In ogni caso, è una condizione da non sottovalutare perché può causare danni fetali, neonatali e complicanze durante la gestazione e il parto.

Principali fattori di rischio del diabete gestazionale

Tutte le donne in gravidanza possono avere una diagnosi di diabete gestazionale, ma esistono dei fattori di rischio che aumentano la possibilità che questo accada. Tra queste ci sono:

  • sovrappeso e obesità (indice di massa corporea (IMC) superiore a 30);
  • precedente gravidanza con neonato di peso 4.5 kg o più alla nascita (macrosomia fetale)v
  • stessa diagnosi in gravidanza precedente;
  • familiari con diabete;
  • appartenenza alle etnie sud asiatiche, cinesi, afro-caraibiche o mediorientali.

I rischi a cui mamma e bambino possono andare incontro a causa del diabete gestazionale comprendono:

  • macrosomia fetale (feto con peso superiore a 4Kg);
  • problemi di travaglio e parto (necessità di induzione del travaglio o cesareo);
  • problemi transitori del neonato a livello respiratorio e metabolico;
  • ipoglicemia neonatale e morte perinatale;
  • maggiore rischio per il bambino di sviluppo tardivo di obesità e/o diabete;
  • preeclampsia o gestosi: pressione alta (ipertensione arteriosa) e presenza di proteine nelle urine (proteinuria).

Diagnosi

Intorno alla 24° - 28° settimana di gravidanza, viene prescritto un Test da carico orale di glucosio, comunemente noto come “Curva Glicemica”. Questo esame consiste nella somministrazione, alla donna in attesa, di una soluzione di glucosio contenente un carico di 75 gr di zucchero da bere.

Viene effettuata una misurazione della glicemia a 60 e 120 minuti, in modo da verificare i livelli di glicemia nel sangue.

Per la diagnosi di diabete gestazionale, come si legge sul sito dell’Istituto di Ricerca sul Diabete (Diabetes Research Institute – DRI) dell’Ospedale San Raffaele, è sufficiente che almeno una glicemia sia uguale o superiore ai valori soglia:

  • 92 mg/dl a digiuno;
  • 180 mg/dl a 60 minuti;
  • 153 mg/dl a 120 minuti.

Come si previene e cura il diabete gestazionale

Lo stile di vita basato su alimentazione corretta e attività fisica è anche il modo per prevenire il diabete gestazionale.

In caso di diagnosi è previsto che, durante la gravidanza, la mamma controlli spesso i livelli di glicemia.

Sono livelli ottimali:

  • < di 95 mg/dl, a digiuno o prima di pranzo e prima di cena;
  • < meno di 120 mg/dl, due ore dopo colazione, pranzo o cena.

La cura consiste in una dieta equilibrata, redatta da un diabetologo specializzato, un’adeguata attività fisica – nei limiti del possibile e sotto stretto controllo medico-ginecologico – e, in casi più complessi, la somministrazione di farmaci e di insulina.

Consigli per l’alimentazione per il diabete gestazionale

Circa il 75% dei casi di diabete gestazionale si risolvono seguendo una dieta equilibrata, cioè secondo le linee guida per un’alimentazione sana ed equilibrata, con un’attenzione all’indice glicemico.

In generale è consigliato:

  • introdurre 1600-2000 calorie giornaliere a seconda del peso pregravidico;
  • comporre i pasti con circa 50% in zuccheri, 30% di grassi e 20% di proteine in modo da fornire al nascituro gli elementi per un corretto accrescimento;
  • ridurre l’apporto di zuccheri semplici (zucchero bianco o di canna, miele, biscotti, pasticcini, marmellata, frutta molto dolce, cioccolato, dolciumi vari);
  • preferire zuccheri complessi (pane, pasta, riso, legumi, patate), suddivisi nell’arco della giornata nei tre pasti principali e in due spuntini a metà mattina e metà pomeriggio;
  • favorire l’apporto di verdure cotte o crude, che possono essere consumate a piacere con attenzione alla quantità di condimenti utilizzati. 
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