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Avere un figlio in tarda età è più difficile dal punto di vista fisico e fisiologico, ma potrebbe essere un segnale importante di buona salute e di longevità. Le donne che partoriscono un figlio tra i 30 ai 40 anni avrebbero un vantaggio sia in termini di qualità che di durata della vita, secondo uno studio recente che chiama in causa il ruolo dei telomeri (componenti dei geni), ma che non sottovaluta il ruolo delle condizioni socio-economiche.

In Italia, l’8,3% delle donne che concepiscono il primo figlio ha più di 40 anni, secondo l’ultimo rapporto Istat sulla natalità. "La società è profondamente cambiata e si è evoluta. Ma non si può dire altrettanto del nostro sistema riproduttivo, che infatti segna sui 35 anni l'inizio del declino della curva della fertilità femminile. Secondo l'American Society for Reproductive Medicine, la possibilità di concepire spontaneamente all'età di 40 anni è pari al 5% ad ogni ciclo – è del 20% a 30 anni - purché la donna ovuli regolarmente e l'uomo abbia una qualità seminale sufficiente", afferma Daniela Galliano, ginecologa e specialista in medicina della riproduzione, direttrice del Centro Ivi di Roma, specializzato in fecondazione assistita.

I fattori da non sottovalutare

Una maternità dopo i 40 anni fa aumentare “i rischi durante la gravidanza, non solo per la madre, ma anche per il bambino – continua Gallicano -. Per la madre c'è un rischio maggiore di diabete gestazionale e ipertensione associata alla gravidanza, che possono essere trattati. Anche il rischio di parto cesareo e parto prematuro è più elevato”, condizione che si associa spesso, per i neonati, a una riduzione della crescita fetale, di basso peso alla nascita - specialmente per mamme con più di 45 anni - di distacco di placenta e anche di morte in utero. Nell’elenco ci sono anche un “rischio di aborto nel primo trimestre che aumenta a partire dai 35 anni”, ricorda la ginecologa che aggiunge: “Non si può non tenere in considerazione il fatto che l’impatto di una gravidanza sul fisico di una over 40 può essere tollerato con più difficoltà rispetto a una donna di 20 o 30 anni”.

Tra i vantaggi la longevità

Diventare mamme quando si è più adulte ha però anche degli aspetti positivi, a partire “da un migliore sviluppo affettivo del bambino, un ambiente economicamente più stabile e, di conseguenza, maggiori possibilità di garantire una buona istruzione - sottolinea l'esperta - Spesso le donne che vogliono un figlio a quest'età maturano una decisione ponderata, frutto di lunghe riflessioni. Questo le può rendere più preparate, sia a livello psicologico che fisico. In ogni caso la gravidanza, ad ogni età, è un cambiamento positivo che porta gioia, entusiasmo e vitalità” e, si potrebbe aggiungere, segno di vita lunga, come suggeriscono i risultati raccolti da un gruppo di ricercatori dell’Università della Carolina del Nord in uno studio pubblicato sulla rivista Menopause.

Lo studio americano ha analizzato i dati di 1.232 donne in perimenopausa e postmenopausa, appartenenti a varie etnie e con status sociali diversi, tutte già coinvolte nel National Health and Nutrition Examination Survey, un programma di ricerca condotto dal National Center for Health Statistics con lo scopo di valutare lo stato di salute e nutrizionale di adulti e bambini negli Stati Uniti. I risultati mostrano che la capacità di partorire più tardi nella vita è probabilmente indicatore di un buono stato di salute e questo determina una maggior longevità, ma non è chiaro perché una gravidanza tardiva possa avere un effetto così benefico.

Tra le ipotesi più accreditate c’è quella secondo cui le donne che partoriscono l’ultimo figlio tra i 30 e i 40 anni d’età hanno i telomeri dei leucociti più lunghi. Questi sono una sorta di ‘cappucci’ che si trovano all’estremità dei cromosomi e che già, in passato, sono stati correlati alla durata della vita. Non è la prima volta che le mamme over 40 abbiano i telomeri più lunghi, ma la lunghezza dei telomeri potrebbe non essere l’unica spiegazione.

Genetica o fattore socio-economico?

“Non possiamo ancora affermare se siano i telomeri a determinare l’età dell’ultima gravidanza”, spiega Chase Latour, epidemiologo presso l’Università della Carolina del Nord e coordinatore dello studio. Inoltre, i telomeri potrebbero, a loro volta, essere lunghi per diverse ragioni, non ultimo per una modifica indotta dall’ambiente, come lo status socioeconomico. “Molte donne benestanti – aggiunge Latour - ritardano l’avvio di una famiglia per intraprendere una carriera, mentre le mamme più giovani sembrano più spesso collegate a una condizione economica meno agiata, per cui i telomeri più lunghi potrebbero essere collegati a una serie di fattori legati anche al reddito”. Data la complessità dell’argomento, gli autori auspicano ulteriori studi.

21/11/2022

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