Le modalità con cui viene considerato e gestito il tumore al seno sono molto cambiate negli ultimi anni, soprattutto grazie alle notevoli conquiste in ambito terapeutico, e vengono offerte prospettive incoraggianti per le pazienti, anche se gli effetti negativi della pandemia sul regolare svolgimento di percorsi di prevenzione e di cura si sono fatti sentire. In occasione del mese rosa della prevenzione del tumore al seno, abbiamo parlato con Filippo de Braud, Professore ordinario presso l’Università di Milano e Direttore di Dipartimento della Divisione di Oncologia Medica ed Emato-Oncologia presso l’Istituto Nazionale dei Tumori, riguardo a diversi aspetti della questione e di come il ritorno alle cure dopo l’emergenza sanitaria debba accompagnarsi a un’attenzione a tutto tondo nei confronti del benessere della paziente.
L’importanza della prevenzione, fra screening e attenzione allo stile di vita
La complessa situazione determinata dalla pandemia ha causato annullamenti e ritardi per visite e trattamenti da parte dalle strutture sanitarie, fenomeno che è andato ad aggiungersi alla paura presente nella popolazione a recarsi in ospedale nei momenti di massima diffusione del virus Sars-CoV-2. I dati a questo proposito sono significativi e testimoniano, come riporta de Braud, una diminuzione degli screening effettuati per tutte le malattie di circa 2 milioni di casi nei primi 5/8 mesi del 2020. Il risultato chiarisce de Braud è “che, per quanto riguarda il tumore alla mammella, c’è stata una riduzione delle diagnosi di circa il 10%, un aumento delle diagnosi di malattia un po’ più avanzata, per la presenza di linfonodi positivi o, addirittura, per stadi terzi, di un altro 10/11%”. Il ruolo di screening regolari appare, alla luce di questi numeri allarmanti, sempre più fondamentale, perché direttamente collegato alla possibilità di intercettare la malattia ad uno stato iniziale, tramite diagnosi precoce, e di aumentare notevolmente l’efficacia delle cure.
La prevenzione si effettua attraverso gli esami di controllo, e nello specifico con la mammografia, ma deve tenere anche conto di altri aspetti, che riguardano l’impostazione di uno stile di vita sano e, quindi, la necessità di effettuare “attività fisica, non aumentare di peso, mantenersi in forma, seguire una dieta varia”, come sottolinea de Braud. Attenzione quindi all’alimentazione, ma senza eccessive rigidità, che rischiano di innescare fenomeni di brusche oscillazioni di peso, negative per il metabolismo. La raccomandazione è di limitare il consumo di cibo spazzatura, condimenti eccessivi, cibi molto grassi e calorici e favorire, per esempio, la verdura e la cottura al vapore. La parola d’ordine è, comunque, equilibrio, che deve portare ad adottare queste indicazioni con regolarità, imparando a preparare il cibo in maniera salutare ed insieme appagante, senza rinunciare al piacere del mangiare.
Il cancro al seno oggi: aspettativa e qualità di vita
Indicazioni simili valgono, a maggior ragione, per le pazienti affette da tumore al seno, che devono far fronte alle difficoltà determinate dalla malattia in sé e agli effetti collaterali delle terapie. Anche in questo caso, è importante essere regolari ma anche flessibili, adattando, quindi, la dieta alle esigenze specifiche del momento e scegliendo, sempre nell’ambito di una dieta sana, gli alimenti che fanno stare meglio.
L’aspetto del benessere della paziente è essenziale, all’interno di un quadro della patologia molto cambiato negli ultimi anni. Come evidenzia de Braud “la sopravvivenza a 5 anni nelle donne che hanno sviluppato una diagnosi di cancro è sopra il 60%, vicino al 65%, anche nelle forme avanzate, quindi la grande maggioranza vive almeno 5 anni, e questo è merito, soprattutto, della continua innovazione terapeutica nel tumore alla mammella, che è la malattia che ha maggiori opzioni di cura in assoluto, rispetto a tutte le altre”. Questi sono gli ultimi dati presentati al Congresso ESMO 2021 e rappresentano una luce di speranza per le pazienti affette da tumore al seno HR+/HER2-.
A godere di questi miglioramenti sono state in particolar modo le pazienti affette tumore allo stadio avanzato, per le quali le nuove cure “hanno ottenuto dei risultati che non avevamo mai visto: più del 50% di queste persone hanno la possibilità di curarsi per anni, prima di dover cambiare cura, che è quello che succede quando qualcuno ha una patologia cronica”, afferma de Braud. Grazie anche allo studio delle alterazioni a livello genetico, prosegue de Braud, “il futuro ci riserverà risultati ancora migliori”, per cure sempre più mirate, tollerate ed efficaci.
Il processo di cronicizzazione del tumore al seno avanzato comporta un cambiamento di prospettiva e un’attenzione nuova alla qualità della vita della paziente, che deve comprendere un prendersi cura di sé che vada oltre all’aspetto prettamente legato ai trattamenti per coinvolgere gli ambiti dell’alimentazione, come già visto, ma anche della cura del proprio aspetto, della realizzazione personale e del raggiungimento di un rinnovato equilibrio psicofisico.
Il ruolo delle campagne di informazione
A conferma di ciò, de Braud ricorda che “si curano persone, non malattie”, evidenziando che all’interno del percorso terapeutico va tenuto conto di tutto quello che fa parte della vita della paziente, come il lavoro, gli affetti, i momenti di svago e di socializzazione. Verso questa direzione agiscono anche le campagne di informazione, che devono avere “l’obiettivo di educare le persone a convivere meglio con la propria malattia e con se stessi”, specifica de Braud.
Il progetto “È tempo di vita”, promosso da Novartis Italia e realizzato in collaborazione con Salute Donna Onlus, intende proprio rivolgersi alle donne affette da tumore al seno avanzato con un messaggio di fiducia che assume, in questa nuova edizione, diverse connotazioni. Da un lato, infatti, dopo i ritardi causati dalla pandemia è il momento di riprendere a curarsi, sfruttando le nuove opzioni terapeutiche per guadagnare anni di vita. Dall’altro, il tempo ottenuto deve essere pieno, soddisfacente e di qualità. Tra le varie iniziative, viene proposta una serie di lezioni online, condotte da influencer ed esperti, per aiutare le pazienti, attraverso ricette, esercizi di yoga e giochi creativi, a trascorrere quotidianamente momenti di benessere.
“È tempo di vita” mira a incoraggiare le donne che affrontano un tumore al seno avanzato a ritrovare il piacere di vivere e di stare bene, anche tramite il contributo dell’esperta enogastronomica e volto televisivo Chiara Maci, che porta avanti il suo impegno con empatia e genuinità.
La pagina facebook dedicata alla campagna è uno spazio ricco e aperto, dove trovare questi e altri contenuti, utili e stimolanti, e dove condividere le proprie esperienze ed emozioni, in modo da trovare supporto, confronto e motivazione per vivere al meglio ogni giorno.