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"Nel nostro reparto per curare il long Covid c'è una lista d'attesa lunga fino a novembre". Lo sottolinea Roberto Bernabei, archiatra di papa Francesco, capo dipartimento di geriatria e presidente dell'Associazione Italia Longeva in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "Un terzo sono gli stessi 'protagonisti' delle prime ondate epidemiche, gli ultra 75enni – chiarisce - La metà di loro sono stati ricoverati per problemi legati alla vecchiaia e, una volta sottoposti a tampone, si è scoperto che avevano anche il Covid, seppure in forma lieve o asintomatica. A portarli da noi sono stati il diabete, lo scompenso cardiaco e le patologie croniche, non il Sars-CoV-2. L'altra metà non era vaccinata".

Gli altri due terzi sono "giovani positivi sotto i 42 anni, rigorosamente non vaccinati. Anche fra loro non ci sono state vittime però qualcuno si è fatto un bel giro della morte, come lo chiamo io - continua - Terapie pesanti a base di cortisone ed eparina, alti flussi di ossigeno, un paio sono finiti in terapia intensiva. Mi domando il senso di andare incontro a questa esperienza che potrebbero evitare con due semplici gesti. La doppia dose di vaccino".

Le vaccinazioni anti-Covid possono evitare a persone in salute almeno 10 giorni di una malattia infettiva che può lasciare strascichi. Bernabei mette in guardia: "Non sempre è una passeggiata. Guarisci e poi non sai se ti porterai dietro qualche noia, anche lieve", sottolinea Bernabei. L'Istituto superiore di sanità ha appena pubblicato un rapporto sul Long Covid, conseguenza del virus in pazienti che, anche dopo due mesi dal tampone negativo, risentono di diversi postumi persistenti. Sono stati registrati circa 200 sintomi a carico di diversi organi. L'esperienza del Gemelli sta dando l’esempio: "Abbiamo aperto il primo day hospital dedicato al Long Covid, diretto dal professor Francesco Landi. C'è una lista d'attesa lunga fino a novembre. Ecco perché insisto tanto: il virus non bisogna prenderlo, punto e basta.

Non conosciamo ancora bene gli effetti a distanza dell'infezione". Forse ad alimentare la falsa certezza che prendere il Covid non sia così grave è il modello di calciatori che una volta guariti tornano in campo. Casi che non fanno testo: "Tanti rientrano in gioco in tempi brevi, tanti invece stentano a riprendersi - avverte - come in una lunga convalescenza. Non voglio allarmare, però è sciocco non fare prevenzione". Da geriatra, Bernabei vive con più tranquillità l'attuale fase dell'epidemia. Non regge il paragone con la precedente: "Non c'è sicuramente l'allarme di prima - evidenzia - Qualche caso di reinfezione negli anziani vaccinati può esserci, ma capita per tutte le vaccinazioni, in percentuali anche superiori".

Le immagini dei cortei no-vax, tutti assembrati e senza mascherina, fanno temere un riflesso sull'Rt, già in risalita, e in più ci sono le segnalazioni di focolai nelle località di vacanza. "È assurdo che nemmeno l'evidenza dell'effetto straordinario delle vaccinazioni, l'altrettanto evidente effetto dannoso del Covid 19, anche nei giovani, convincano questa gente ad avere comportamenti civili, di rispetto - chiosa - Non riesco a credere che l'ideologia e i pregiudizi nei confronti della scienza siano più forti della realtà. Mai come oggi abbiamo dati incontrovertibili. Il vaccino salva la vita. Il virus può spegnerla o rovinarla".

26/07/2021

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