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Nei pazienti guariti dal Covid il rischio di scompenso cardiaco aumenta del 72%. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista 'Nature Medicine' e condotto su persone che hanno superato il virus. Secondo i dati della ricerca, inoltre, tra le persone che hanno avuto l’infezione crescono del 52% la probabilità di ictus. Ed è allarme tra gli specialisti.

"Serve un cambio di rotta nell’assistenza cardiologica in Italia, perché le conseguenze dirette e indirette della pandemia stanno peggiorando la salute cardiovascolare dei cittadini", suggeriscono gli specialisti di Foce, la Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi riportando i dati dello studio.

La ricerca, realizzata su 150mila pazienti guariti dal Covid-19 e confrontati con i dati di oltre 5 milioni di sani, ha dimostrato che, dopo il contagio, il rischio di patologie cardiovascolari aumenta significativamente, anche in chi ha meno di 65 anni senza fattori di rischio come obesità o diabete.

"In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano il 44% di tutti i decessi – spiega Ciro Indolfi, vicepresidente Foce e presidente Società italiana cardiologia (Sic) - e la cardiopatia ischemica è la principale causa di morte (28%). Dati destinati a peggiorare in mancanza di investimenti anche nella prevenzione".

Indolfi insiste: "Nel 2021, c’era oltre un milione di fumatori in più rispetto al passato. Il 44% dei cittadini è aumentato di peso. Inoltre, si sono registrati incrementi del 23,6% fra i maschi e del 9,7% delle femmine del consumo eccessivo di alcol in grado di mettere a rischio la salute”. Malattie croniche come “tumori e patologie cardiovascolari possono essere prevenute efficacemente con uno stile di vita sano, ma i cittadini devono essere informati" conclude.

07/03/2022

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