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Rara e aggressiva: sono le caratteristiche distintive della leucemia acuta promielocitica, comunemente chiamata “leucemia fulminante”. È un tumore del sangue molto pericoloso, che progredisce in fretta e, come tutte le patologie poco diffuse, è anche più difficile da riconoscere.

La malattia

Sono circa 150 i nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia: in una piccola percentuale di pazienti la malattia è talmente rapida da non lasciare il tempo per fare tutti gli accertamenti necessari e poi iniziare le cure. Questi pazienti possono sanguinare improvvisamente e, nei casi più rari e drammatici (il 15% secondo le statistiche), essere colpiti da emorragie cerebrali fatali ancora prima di poter ricevere la diagnosi e, quindi, essere sottoposti alle terapie, che però esistono e sono efficaci. Se identificata per tempo e nei centri specializzati, infatti, la leucemia acuta promielocitica (una forma di leucemia mieloide acuta) è guaribile quasi nel 95% dei casi, mentre in passato le possibilità di sopravvivere e guarire dalla malattia erano inferiori al 20 per cento.

I segnali da non sottovalutare

Fondamentale essere informati per riconoscere le prime avvisaglie di questa malattia che si manifesta con la comparsa di lividi (ecchimosi) e piccole macchie cutanee (petecchie) di colore rosso vivo sugli arti inferiori. A questi si associano delle gravi emorragie che si riscontrano nella maggior parte dei casi a livello gastrointestinale, del sistema nervoso centrale e genito-urinario.

«Se si ha il sospetto diagnostico, che va confermato con un esame del sangue, del midollo e del Dna – afferma Fabrizio Pane, ordinario di Ematologia all’Università Federico II di Napoli — può bastare anche una tempestiva somministrazione di acido retinoico, un derivato della vitamina A ad impedire la comparsa della temibile complicanza emocoagulativa della malattia. Ma in alcuni casi la sua comparsa è così rapida da impedire di arrivare a una diagnosi, resa anche più difficile dalla rarità della patologia”.

I pazienti

Questa forma di tumore raro del sangue colpisce a tutte le età, in particolare nella fascia della popolazione tra i 30 e i 45 anni, anche se non risparmia bambini e anziani. Il problema – secondo gli esperti - è che, mentre l'anziano di fronte ad un sanguinamento va subito in ospedale, il giovane, essendo in ottime condizioni generali, tende a minimizzare alcuni segni.

La leucemia acuta promielocitica non è prevedibile. Ad aggravare la situazione sono i sintomi, uguali a quelli di una brutta influenza, o di una tonsillite: aspecifici e non diversi da quelli di altre patologie molto più frequenti. Per questo motivo, in presenza di mal di testa e mal di gola, gli ematologi raccomandano di sottoporsi agli esami del sangue: un emocromo per riconoscere se si tratta di un banale mal di gola o di una malattia seria.

29/11/2022

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