"Considerando tutti gli elementi, questa sindrome", che riguarda le epatiti acute di origine sconosciuta che si sono verificate in ambito pediatrico e che ha provocato un’allerta a livello internazionale, "ha le caratteristiche, nei casi che sono stati descritti, per essere una sindrome infettiva più che immunitaria come qualcuno ha ipotizzato e probabilmente con nessuna relazione con il Covid, diretta né indiretta". Questa è la valutazione svolta da Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Rispetto all'ipotesi ritenuta più probabile, che chiama in causa il ruolo di un adenovirus (in particolare il sierotipo 41), il virologo considera: "Diversi virus possono dare occasionalmente epatite, anche se il fegato non è il loro bersaglio principale - chiarisce - Alcuni di questi sono gli adenovirus umani che sono oltre 100, quindi rappresentano un bel pacchetto di virus che possono infettare l'uomo e lo infettano generalmente nei primi anni di vita. Ma poi ce ne sono anche altri, per esempio almeno due virus erpetici: il citomegalovirus e il virus di Epstein-Barr, che come danno collaterale possono dare anche un'epatite oltre ai virus epatitici propriamente detti. E' chiaro che nei casi sotto i riflettori in questi giorni parliamo di bambini, che possono avere una suscettibilità diversa dall'adulto per virus che infettano il tratto gastroenterico".
Si potrà scoprire la causa di queste epatiti acute? "L'eziologia potrebbe non essere neanche univoca, cioè potrebbero essere casi da virus diversi, perché l'adenovirus ad esempio è stato riscontrato che in circa una metà dei casi", conclude l'esperto.
30/04/2022
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