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Una nuova partnership fra Federazione Ginnastica d'Italia (Fgi) e l'Istituto Auxologico Italiano, nata con la missione di proteggere atlete e atleti adolescenti tramite un'azione preventiva. Il progetto per un'attività sportiva in salute, chiariscono i promotori, vuole dare una risposta "a un fenomeno rimasto finora in ombra - i disturbi dell'alimentazione tra i giovani che praticano attività agonistica - con una strategia di intervento mirata e il contributo di professionisti specializzati".

"Attraverso lo sport vogliamo che tutte le forme di dipendenza, in particolare quelle alimentari, siano superate - ha evidenziato Flavio Siniscalchi, Capo del Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio - Riteniamo che il messaggio più importante debba arrivare da chi ha quotidianamente a che fare con bambini e bambine, quindi da allenatori, dirigenti sportivi e tecnici, affinché trasmettano valori quali una sana alimentazione e un sano stile di vita. Investire sulla formazione dei professionisti è il punto da cui partire, considerando anche il quadro d'insieme: il 60% delle persone che soffre di dipendenze legate al comportamento alimentare sono ragazzi dai 13 ai 25 anni. Il contesto non è facile, perché lo sport porta ad ansia da prestazione e questo determina una difficoltà ulteriore".

"La Federazione Ginnastica d'Italia e Auxologico oggi sono alleati per un unico obiettivo che ci porta tutti a remare nella stessa direzione sia come stimolo che come modello ovvero pensare e vivere lo sport per migliorare la salute", ha dichiarato in un videomessaggio il presidente del Coni Giovanni Malagò. Oggi, ha aggiunto Mario Colombo, direttore generale di Auxologico, "i disturbi del comportamento alimentare rappresentano una sfida non solo della medicina - per la prevenzione, la cura e la loro riabilitazione - ma anche, e forse soprattutto, per l'organizzazione del nostro Sistema sanitario nazionale". I disturbi alimentari toccano oramai il 7% della popolazione generale (nelle sue forme conclamate), e 1/3 degli adolescenti nei disordini più sfumati, hanno riferito gli esperti, sottolineando l'urgenza di un cambio di passo. 

"Ci saranno percorsi di formazione specifici con l'obiettivo di condividere quante più informazioni con il personale a contatto con gli atleti. Inoltre, ipotizziamo degli studi epidemiologici per comprendere l'ampiezza e la natura del fenomeno, ampliando il bagaglio di conoscenza sui Dan (disturbi dell’alimentazione e della nutrizione) - è entrato nel dettaglio Leonardo Mendolicchio, direttore del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di Auxologico - Si tratta di una vera e propria svolta nello studio del nesso tra attività fisica, nutrizione ed aspetti psicopatologici legati nei Dan. Quest’iniziativa diventerà un volano anche per moltissime attività di prevenzione nel mondo dell'adolescenza. Non sempre lo sport e l’attività fisica svolgono una funzione positiva come dovrebbero. Il rischio di sviluppare un disturbo alimentare è inoltre superiore in alcune discipline, anche alla luce delle giovani età degli atleti".

Secondo gli studi evidenziati oggi, la percentuale di atleti a rischio di sviluppare anoressia è del 35% per le femmine e del 10% per i maschi. Il rischio di bulimia è molto più alto per entrambi, con il 58% delle femmine e il 38% dei maschi a rischio. Gli sport maggiormente associati all’insorgenza di disturbi dell’alimentazione sono i cosiddetti 'lean sport' in cui è richiesta una determinata classe di peso o in cui si crede che un basso peso e un corpo magro possano conferire un vantaggio competitivo, su base biomeccanica o relativa al giudizio sull’aspetto fisico.

14/03/2023

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