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Aumentano i tassi di mortalità per tumore rispetto al 2019 all’interno dei Paesi Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che comprende oggi 36 Stati in tutto il mondo. Dall'ultimo rapporto Ocse Health at a glance 2023, emerge in Italia un tasso di mortalità oncologica superiore alla media, anche a causa di bassi livelli di adesione alle campagne di screening.

Tumori, cause e tassi di mortalità

I tumori rappresentano la seconda causa di morte nei Paesi Ocse dopo le malattie circolatorie, con il 21% di tutti i decessi nel 2021. Nello specifico, il 20% delle morti è attribuibile a cancro ai polmoni, il 10,9% a cancro al colon-retto, il 14,7% tra le donne a cancro al seno e il 10,1% tra gli uomini a cancro alla prostata.

Nel corso del 2021, il tasso di mortalità per tumore è stato nei Paesi Ocse in media di 202 decessi per 100.000 abitanti, con un incremento rispetto ai 191 del 2019. L’Italia registra 205 decessi per 100.000 abitanti, attestandosi quindi sopra la media Ocse. Fra i fattori di rischio rientrano età e caratteristiche genetiche, ma anche un cattivo stile di vita, che include una dieta ricca di grassi e povera di fibre, scarsa attività fisica, obesità, fumo e consumo di alcol.

Programmi di screening

Oltre a tenere conto di questi fattori, un altro aspetto essenziale per ridurre la mortalità per cancro è l’adesione ai programmi di screening. A questo proposito, è utile ricordare, ad esempio, che il tumore al seno, seconda causa di mortalità per cancro nelle donne (14,7% dei decessi), ha registrato nell’ultimo decennio un incremento dei tassi di incidenza ma una riduzione o stabilizzazione dei tassi di mortalità. Questo fenomeno è spiegabile in buona parte dalla diffusione degli screening, che permettono di effettuare diagnosi sempre più precoci e, di conseguenza, migliorare l’efficacia delle terapie.

La gestione dei programmi di screening è variabile all’interno dei Paesi Ocse. Per quanto riguarda il tumore al seno, si prevedono in genere controlli ogni due anni alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. I tassi di adesione variano notevolmente, con un massimo dell’83% della popolazione target in Danimarca e un minimo in Messico e Turchia, con il 25% di partecipazione. La media Ocse del 54% è di poco superata dall’Italia, che registra un 56% di adesione.

Lo screening del cancro alla cervice è solitamente effettuato ogni tre anni a donne di età compresa tra i 20 e i 69 anni. Per raggiungere l’obiettivo dell’Oms di un tasso di incidenza della malattia inferiore a 4 nuovi casi ogni 100.000 donne all’anno, è indicata l’azione congiunta della copertura vaccinale contro l'Hpv del 90% delle ragazze all'età di 15 anni e di una copertura del 70% dello screening del cancro della cervice tra i 35 e i 45 anni. In Italia, l’adesione alla campagna di screening si ferma al 39%, molto inferiore alla media Ocse del 53%.

Riguardo agli screening per il tumore del colon-retto, sono presenti notevoli differenze fra i diversi paesi, sia come tipologia di esami previsti che nella frequenza dei controlli. In Italia, il tasso di adesione della popolazione target è del 39%, inferiore alla media Ocse del 44%.

I suggerimenti dell’Ocse

Un'efficace organizzazione e promozione degli screening oncologici è essenziale, come testimoniano i casi di Australia e Belgio che, nonostante tassi di incidenza piuttosto elevati, hanno raggiunto una mortalità inferiore alla media.

La situazione attuale, peggiorata dai ritardi accumulati in pandemia, deve, secondo l’Ocse, essere gestita in maniera mirata, attraverso specifici interventi volti alla riduzione delle diseguaglianze socioeconomiche nella mortalità per cancro. In particolare, l’attenzione è da focalizzare “sulle persone con livelli di istruzione più bassi, poiché questo gruppo di popolazione ha tassi di mortalità per cancro più elevati nella maggior parte dei Paesi Ocse".

22/11/2023

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