Nella gestione del dolore cronico, gli interventi con terapie digitali sulla componente psicosociale – sempre presente - da autosomministrarsi ad esempio attraverso applicazioni su smartphone, stanno diventando un'opzione interessante. In occasione dell'anno mondiale contro il dolore indetto per il 2022, l’Iasp (International association for the study of pain) ha realizzato una scheda informativa che è tradotta in italiano dall'Aisd (Associazione italiana per lo studio del dolore onlus).
La pandemia di Covid-19 ha rafforzato le difficoltà in tutti questi ambiti, inducendo la comunità sanitaria a trovare nuovi modi per fornire assistenza, anche per questioni come il dolore cronico. La tecnologia digitale è una risorsa particolarmente interessante, considerando anche il numero non adeguato, rispetto alla domanda, di professionisti specializzati in interventi psicosociali per i pazienti con dolore cronico. A questo si aggiungono problemi relativi ad assistenza (anche all'infanzia), disabilità funzionale, costi finanziari e distanza geografica.
Il digitale si caratterizza per essere una risorsa praticabile nella gestione della componente psico-sociale del dolore cronico, sia per una questione di possibile diffusione che di efficacia, anche se è necessario definire gli ambiti di intervento.
Tecnologia e pazienti sono pronti: serve il supporto
Dal 2021, la percentuale di persone nel mondo che utilizza regolarmente il web è mediamente del 65,6%, con i tassi più alti in Nord America (93,9%) ed Europa (88,2%), il che significa che un intervento digitale può essere implementato su larga scala nella maggioranza della società.
Sono inoltre disponibili studi clinici che supportano l'efficacia e l'accettabilità degli interventi psicosociali di salute digitale per bambini, giovani e adulti con dolore cronico.
La maggioranza degli studi pubblicati ha interessato computer che usano programmi online per la popolazione pediatrica e adulta dimostrando risultati non elevati sugli esiti del dolore. Studi più recenti su interventi abilitati su smartphone dimostrano un'efficacia analoga, coerente con quelli precedenti.
Tuttavia, quando ai trattamenti digitali con sessioni online veniva incluso uno screening iniziale seguito da un piano di lavoro con l’inserimento nel programma di terapisti (o coach), si è registrato un impatto positivo più costante sull'impegno e migliori risultati clinici. Il dato sottolinea che anche gli interventi sanitari digitali si basano sulla motivazione e sul coinvolgimento dei pazienti. Il documento Iasp, a tale proposito, osserva che “sebbene gli interventi sanitari digitali riducano molte barriere al trattamento psicosociale, ne introducono di altre, come il dover fare affidamento sulla motivazione e l’autodeterminazione del paziente, che è molto variabile tra i pazienti con dolore cronico”.
Il modello ideale di app per evitare l’abbandono
Alla luce dei dati disponibili, e del ruolo chiave svolto da coinvolgimento e motivazione del paziente per una migliore risposta terapeutica, gli esperti sono al lavoro per la messa a punto del modello di intervento più efficace, verificando in particolare il ruolo di: supporto del terapeuta, aspetti ludici, grafica persuasiva, gestione delle emergenze, supporto sociale, ecc. Tra gli aspetti presi in considerazione c’è anche l’integrazione della tecnologia nella vita quotidiana, come ad esempio gli avvisi personalizzati su smartphone. Si tratta di elementi non secondari: alcuni studi mostrano che, in assenza di un qualsiasi supporto, già nel giro di pochi giorni, c’è una perdita di attenzione e aderenza al trattamento. Sono quindi in corso studi per individuare gli elementi chiave da considerare nel programma (lunghezza, contenuto, supporto e le caratteristiche del paziente), bisogni clinici, motivazione, profilo dei sintomi e delle condizioni. Queste valutazioni si inseriscono in un contesto in cui emerge che la maggior parte delle app disponibili in commercio a scopi terapeutici è stata sottoposta a scarsa o a nessuna valutazione ed è stata sviluppata senza sostanziali input da parte di pazienti od operatori.
Offerta della realtà virtuale
Stanno emergendo evidenze che fanno intravedere come i programmi realtà virtuale (VR) possono contribuire ad ottenere risultati positivi nella gestione del dolore cronico, ma sono necessarie ulteriori ricerche, in particolare studi randomizzati e controllati su larga scala. Questi sistemi potrebbero essere utili per la presenza di contenuti, per distrarre dai picchi quotidiani di dolore acuto o per aiutare le persone nel percorso di riabilitazione. Ci sono anche interventi VR che includono una serie di moduli giornalieri molto simili alle app su smartphone.
Il ruolo attivo del paziente nel digitale
Considerando il ruolo chiave del paziente nel successo del trattamento con terapie digitali, sono state messe a punto una serie di linee guida dedicate alle modalità di utilizzo di questa tecnologia e a come garantire che il feedback del paziente e del fornitore sia incorporato nello sviluppo di questi strumenti terapeutici. Una particolare attenzione è stata inoltre riservata ai servizi web - per esempio, piattaforme di comunicazione video, forum, contemporaneamente agli interventi classici - per integrare e dare supporto agli sforzi dei pazienti nell'autogestione. Dati preliminari mostrano che il supporto tra pazienti aumenta la fiducia nell'autogestione del dolore, ma la ricerca è carente nel caratterizzare i benefici in termini di dolore e funzionalità o indirizzare l'uso ottimale di tale supporto nella gestione del dolore. Tuttavia, c'è un chiaro desiderio tra le persone che vivono con dolore di accedere a questo tipo di aiuto e di programmi.
21/10/2022
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