It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

I livelli ormonali a cui è sottoposto un feto in utero e il sesso di appartenenza potrebbero essere collegati al rischio di sviluppare l'emicrania in età adulta, secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Pain Research realizzato analizzando il Swedish Twin Registry, il più grande database mondiale di gemelli. La ricerca è anche la prima a dimostrare che nello sviluppo dell’emicrania sono coinvolti dei fattori genetici che sono diversi per uomini e donne.

“Siamo i primi a dimostrare che le femmine con un gemello hanno un rischio maggiore di emicrania rispetto alle femmine con una gemella, e questo fatto suggerisce che i fattori prenatali, probabilmente correlati ai livelli ormonali in utero, possono contribuire nel determinare il rischio di emicrania”, dice Matthew Panizzon, della University of California, San Diego, principale autore dello studio.

L'emicrania è una malattia neurologica grave e debilitante che colpisce più del 12% della popolazione mondiale. Le donne hanno maggiori probabilità di soffrire di emicrania, con un fattore di quasi 7 a 1 rispetto agli uomini, ed è una delle principali cause di disabilità nelle giovani donne.

"Nonostante la sua prevalenza, i fattori che contribuiscono all'emicrania sono poco conosciuti - osserva Panizzon -. Con i dati dello Swedish Twin Registry, il più grande registro di gemelli al mondo, c'è stata un'opportunità unica per individuare i fattori che contribuiscono alle differenze tra donne e uomini nell'emicrania".

I ricercatori hanno esaminato i dati di 51.872 persone che avevano partecipato a precedenti studi nel Swedish Twin Registry e hanno identificato coloro che hanno sofferto di emicrania senza aura in base ai criteri stabiliti dall'International Headache Society Classification of Headache Disorders. La particolarità dello studio è nell’aver potuto raccogliere i dati da gemelli, cosa che ha permesso agli esperti di utilizzare metodi analitici per testare se il rischio di emicrania fosse guidato da geni diversi nel genere femminile e maschile e il ruolo degli ormoni, visto che la presenza di un gemello di sesso opposto in utero può influire sui livelli ormonali prenatali.

Lo studio dimostra che l'ambiente prenatale può contribuire al rischio di emicrania e che alcuni fattori genetici che sono coinvolti nello sviluppo del rischio di emicrania sono diversi tra femmine e maschi. Questi dati sono importati perché “più si comprendono i fattori che contribuiscono all'emicrania, e in particolare le differenze tra maschi e femmine, maggiori sono le opportunità di migliorare l'assistenza medica, le capacità diagnostiche e gli interventi terapeutici per uomini e donne”, scrivono gli autori.

Lo studio non fornisce informazioni sui fattori che determinano la presenza o l'assenza di aura con l'emicrania, e a quale età e in quale fase della vita si manifesti. “Purtroppo – si legge nello studio - l'età di esordio non era disponibile nei dati del registro dei gemelli svedesi. In futuro, speriamo di comprendere come l'età di insorgenza dell'emicrania coincida con i tempi di eventi ormonali critici come la pubertà”.

"Non credo che useremo gli ormoni per il trattamento dell'emicrania", dice Clifford Segil, un neurologo della Providence Saint John’s Health Center in Santa Monica, California, che non ritiene che lo studio avrà un immediato impatto nella pratica clinica per la cura del mal di testa. "Possiamo provare a somministrare pillole anticoncezionali a base di solo progestinico, con l'obiettivo di ridurre il mal di testa – osserva - ma non funziona sempre. Del resto, la pillola con solo progestinico non ha l'efficacia dell'estro-progestinica. L’impiego degli ormoni non è uno dei trattamenti più efficaci per il mal di testa".

Lo studio potrebbe invece avere una certa rilevanza ai fini della consulenza genetica.

“Quando la mamma ha l'emicrania, è più probabile che anche le figlie abbiano lo stesso disturbo – continua Segil -. Se il padre ha l'emicrania, è più probabile che l’avranno i figli maschi, ma non ci sono certezze. Quello che dico ai pazienti è che la mela non cade lontano dall'albero, ma ognuno riceve un nuovo mazzo di carte".

Curated Tags

Stai lasciando l'area PAG

Ora sarai reindirizzato su un contenuto dell'area pubblica