Emicrania
L’emicrania è una forma di mal di testa molto comune che si manifesta con un dolore acuto e pulsante su un lato del cranio, che può aumentare di intensità e peggiorare con il movimento
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L’emicrania è una forma di mal di testa molto comune e dolorosa, che in genere interessa solo un lato del cranio, da cui il nome (dal greco “hemi” metà e “kranìon” teschio). Appartiene alla famiglia delle cefalee, colpisce in particolar modo le donne e si manifesta con un dolore acuto, pulsante, che può aumentare di intensità e peggiorare con il movimento.
L’emicrania è una malattia neurologica cronica che può compromettere seriamente la qualità della vita di chi ne soffre. Colpisce circa il 12% della popolazione mondiale, più le donne che gli uomini, con un rapporto di 3 a 1. In Italia, soffrono di emicrania sei milioni di persone, di cui quattro sono donne. È considerata la terza patologia più frequente e la seconda più invalidante.
Oltre al dolore acuto e pulsante su un lato della testa, l’emicrania può manifestarsi con altri sintomi, quali nausea e vomito, ipersensibilità a luci, suoni e odori, vertigini, irritabilità, sudorazione e dolori addominali.
Gli attacchi di emicrania possono essere preceduti da improvvisi lampi di luce. Questo sintomo indica un’emicrania con aura, che può accompagnarsi ad annebbiamento della vista, formicolio agli arti, rigidità del collo e difficoltà nel parlare.
Le cause non sono del tutto note. Si ipotizza che l’emicrania sia dovuta a una predisposizione genetica o a fattori di tipo neurologico. Tuttavia, ci sono alcune condizioni che possono favorire l’insorgere del disturbo, quali: alterazioni ormonali (estrogeni in particolare), consumo di alcuni cibi e bevande (tra cui insaccati e alcool), ansia e depressione, fumo, scarso riposo, esposizione prolungata a luci e rumori forti.
In Italia una donna su tre soffre di questa patologia, e rispetto agli uomini subisce attacchi più frequenti, più lunghi e più forti. Gli attacchi sono generalmente riconducibili alle fluttuazioni ormonali legate al ciclo mestruale, ma un terzo delle donne continua a soffrirne anche in menopausa.
L’emicrania può ripetersi più volte al mese e durare da poche ore a 5-6 giorni per ogni attacco. Nel caso in cui si protragga per almeno 15 giorni al mese per tre mesi consecutivi, è definita cronica.
La ricorrenza di attacchi emicranici può compromettere seriamente la qualità della vita del paziente, poiché gli impedisce di svolgere le normali attività quotidiane in famiglia e al lavoro, e può portare a un deterioramento delle relazioni affettive e sociali.