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La telemedicina conviene dal punto di vista economico, perché riduce spese e tempo per le trasferte, ma anche ambientale, con la riduzione dell’inquinamento. A quantificare l’impatto della telemedicina è un report di Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore). “È immediato pensare ai tempi e ai costi degli spostamenti, che sono spesso significativi per quei pazienti residenti in un territorio extra-urbano e/o sono affetti da malattie croniche e rare e vengono curati da centri specializzati, spesso pure fuori Regione. Spostamenti che diventano ancora più onerosi se il paziente non è autonomo e necessita dell’accompagnamento di un familiare o del caregiver”, spiegano Fabrizio Massimo Ferrara e Sara Consilia Papavero di Altems.
L’indagine online lanciata dall’Osservatorio sulla Telemedicina Operativa di Altems in collaborazione con Cerismas (Centro Ricerche e Studi in Management Sanitario, Università Cattolica del Sacro Cuore) descrive la rilevanza della telemedicina nelle varie aziende sanitarie e in base a caratteristiche e soluzioni implementate, o in fase di sviluppo, descritte con parametri indipendenti da specifiche tecnologie o prodotti.

I numeri dell’impatto ambientale

Lo studio Altems ha analizzato i dati raccolti su 831 televisite erogate da sei ospedali in tre Regioni, constatando che meno del 15% dei pazienti risiede nello stesso comune della struttura. Per quanto riguarda il rimanente 85% del campione, è stato possibile calcolare (con l’utilizzo dei servizi di Google Maps) la distanza fra i comuni, riscontrando - fra andata e ritorno - uno spostamento medio dell’ordine di 140 chilometri, per un tempo di percorrenza di due ore. “Ipotizzando, secondo una stima ottimistica, che tutte le autovetture siano conformi alle misure Euro6 - spiegano gli autori - può essere innanzitutto valutato l’impatto ambientale che risulta, già per un tale limitato numero di casi, in una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 di quasi 10 tonnellate”.

Impatto economico della televisite

I dati raccolti da Altems, che riguardano un campione piccolo ma significativo, sia per patologie sia per distribuzione territoriale, evidenziano che un paziente non residente nel comune della struttura risparmia in media 2 ore e 45 minuti. “In modo riduttivo - osserva Fabrizio Ferrara - il risparmio di tempo per un paziente che abita nello stesso comune è dell’ordine di 45 minuti. Considerando il costo medio del lavoro in Italia di 27,7 euro, così come indicato dall’ ultima analisi dell’Eurostat relativa al 2019, si può valutare un risparmio economico per il paziente di almeno 20 euro se residente nello stesso comune del centro e di circa 76 euro se residente in un comune diverso. Questo rappresenta un beneficio non trascurabile, per le persone affette da patologie croniche e/o che necessitano dell’accompagnamento di un caregiver, e che quindi sono costrette spesso a chiedere congedi per visite mediche, perdendo diverse giornate lavorative”.

I pazienti e le televisite

Come dimostra l’esperienza della “working visit” presso la Reumatologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, che ha usato la metodologia “Telemedicina Subito” sviluppata dall’Osservatorio sulla Telemedicina Operativa di Altems, gli assistiti hanno scelto di effettuare la televisita di controllo, in media di 20 minuti, direttamente sul posto di lavoro durante le pause, al ritorno a casa, attraverso lo smartphone, o chiedendo permessi per la sola durata della televisita, come registra il report.

Mettere a sistema

“La pandemia ha sdoganato la telemedicina come aspetto rilevante del sistema sanitario. Occorre adesso che quanto fatto sotto la spinta dell’emergenza sia messo a sistema, in termini di integrazione nei processi clinico-organizzativi”, dice Ferrara. Con questo obiettivo, il centro di ricerca invita le organizzazioni sanitarie a compilare il questionario. Sulla base dei risultati raccolti, verrà quindi proposto - con un approccio di Health Technology Assessment- un quadro di indicatori che possa essere utilizzato dalle aziende a dalle istituzioni come strumento per analizzare le varie implementazioni secondo criteri omogenei, facilitando la collaborazione sul territorio e individuando possibili obiettivi di evoluzione nei singoli contesti.

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