Una gestione della cura dei tumori pensata specificatamente per gli anziani e portata avanti attraverso unità dedicate, dove oncologi e geriatri lavorano in collaborazione. Un modello innovativo, che porta molti vantaggi, ma che ancora stenta a diffondersi.
Programmi di cura per pazienti anziani, quando servono
All’interno di un commento su Cancer, alcuni esperti illustrano chiaramente caratteristiche, pregi e difficoltà di questa tipologia di iniziativa. Il punto di partenza è il fatto che, nonostante le patologie oncologiche siano diffuse soprattutto negli over 70, le esigenze dei pazienti anziani sono poco tenute in considerazione all'interno del percorso di cura. In questa prospettiva, bisogna sottolineare che programmi e unità terapeutiche ad hoc sono particolarmente utili in determinati casi, ovvero quando sono presenti altre problematiche, oltre al cancro, come la depressione. Pazienti fragili, quindi, che vanno riconosciuti e aiutati in maniera adeguata. Dopo attenta valutazione e identificazione della loro condizione, i medici riescono a operare scelte più mirate in materia di opzioni terapeutiche, sia in ambito chirurgico che farmacologico, considerando che percorsi di cura pensati per pazienti giovani possono rivelarsi poco adatti agli over 70, per efficacia dei risultati e per qualità di vita connessa.
Unità onco-geriatriche e screening del paziente
In Italia la presenza di unità onco-geriatriche è limitata a solo una dozzina di realtà. Qui l’assistenza del paziente fragile è gestita da team multiprofessionali che prevedono la collaborazione di oncologi e geriatri, ma anche di nutrizionisti e infermieri. La diffusione di queste strutture è migliore in Francia e negli USA, mentre in paesi a basso reddito è quasi nulla.
Lo screening geriatrico di paziente oncologico è essenziale e può essere effettuato in maniera rapida ed efficace, ma spesso manca questo passaggio iniziale. I test disponibili, che si svolgono in pochi minuti, sono in grado di restituire informazioni importanti relative a eventuali comorbidità, forme di depressione, perdita di peso e altre problematiche, utili per definire un percorso di cura su misura.
Gli ostacoli: mancanza di personale e ageismo
Fra gli ostacoli più rilevanti alla diffusione capillare di queste unità e di una stretta collaborazione fra geriatri e oncologi rientra la carenza di personale, soprattutto per quanto riguarda i professionisti di ambito geriatrico. Inoltre, anche la formazione specialistica, sia per gli oncologi che in altre aree, non prende molto in considerazione le esigenze legate alla terza età e le terapie sono generalmente pensate per l’adulto, non per l’anziano. Una dinamica poco lungimirante, alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione.
A fianco a queste problematiche e a questioni di tipo organizzativo, un altro ostacolo è rappresentato dalla presenza di forte pregiudizio nei confronti dell’anziano, il cosiddetto agesimo, che spinge a vedere in esso una persona dalle capacità intellettive in declino, ottusa e incapace di cambiare. Questa tendenza si riflette anche in medicina, bloccando la diffusione di un approccio onco-geriatrico che porterebbe vantaggi a diversi livelli, come l’aumento della tollerabilità dei trattamenti, con effetti positivi sia sul singolo paziente che sul sistema sanitario.
Nonostante le difficoltà, alcune iniziative importanti sono state intraprese, fra cui la creazione di una società internazionale, la Société internazionale de onco-geriatrie, Siog, e la realizzazione di gruppi di ricerca clinica dedicati all'oncologia geriatrica.
20/10/2023
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