In Italia il 33% degli anziani è interessato da disabilità o fragilità, il 67% degli over65 è in condizioni di autosufficienza sostanzialmente buone, nonostante l’eventuale convivenza con deficit funzionali e malattie croniche. È la fotografia del popolo della terza età scattata da Sorveglianza Passi dell’Istituto superiore di sanità nel 2019. Da allora, però, la situazione è peggiorata, complice la pandemia.
Nel 2022 - secondo i dati Istat di marzo 2023 - il 49% degli over75 soffre di tre o più patologie croniche o ha gravi limitazioni nel compiere le attività che le persone abitualmente svolgono. La quota di anziani in condizione di salute più fragile è più elevata tra le donne (54,7% rispetto al 40,9% degli uomini) e aumenta progressivamente al crescere dell’età, raggiungendo il 60,9% tra le persone di 85 anni e più (rispetto al 39,2% delle persone di 75-79 anni).
Tra le patologie croniche che più caratterizzano questa fascia di età si confermano l’ipertensione e i problemi osteoarticolari (artrosi/artrite) che, da soli o in concomitanza con altre patologie croniche rilevate, riguardano 1 anziano su 2. Seguono l’osteoporosi (30,8%), il diabete (21,6%) e alcune patologie a carico del sistema nervoso (15%).
Per l’anziano, dunque, diventa fondamentale promuovere il cambiamento di abitudini quotidiane e stili di vita che, a qualunque età, influiscono sullo stato di benessere e di salute oltre che sulla qualità della vita. Per prima cosa, raccomandano i geriatri, occorre evitare di isolarsi dal resto del mondo. Il termine dell’attività lavorativa, così come un lutto, rappresenta un evento critico: l’anziano non ha più stimoli e quindi è incapace di riprogettare e rimodulare la propria esistenza. Ma tutto questo comporta dei rischi: isolamento sociale, depressione, giornate consumate a guardare la televisione, gioco d’azzardo e abuso di alcol. Non a caso la popolazione anziana in Italia – si legge nel report di Passi 2019 – è quella che trascorre il maggior numero di ore al giorno davanti a uno schermo (Tv o computer).
Risultato? Peggioramento delle prestazioni cognitive, senso di noia, umore depresso, solitudine. Non solo: il 39% degli over65 è sedentario, il 44% è in sovrappeso, l’89% ha un consumo giornaliero di frutta e verdura inferiore alle 5 porzioni raccomandate e l’81% degli over65 uomini fa uso di alcol (il 28% fuori dai pasti). Tutti comportamenti inadeguati, che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tumori considerati ‘big killer’: tumore del colon retto, tumore della prostata, tumore del seno e tumore del polmone.
Il contrasto a solitudine e inattività e la promozione di stili di vita salutari – secondo gli esperti - possono risultare favoriti da proposte di attività in gruppo: corsi di educazione alimentare, gruppi di cammino, gruppi di disassuefazione al fumo e di aiuto sull’alcol, università della terza età, attività culturali e di socializzazione (gite, viaggi, escursioni, visite ai musei) rappresentano – specie in questa fase della vita – uno strumento formidabile per rafforzare la motivazione al cambiamento.
Oltre al cambiamento, anche la prevenzione generale e la prevenzione cardiovascolare sono assolutamente efficaci nell’anziano, ricordano i geriatri per i quali “occorre assolutamente combattere quello che è il concetto di ageismo, ovvero dire: ‘vabbè hai 70 anni, hai 80 anni, allora finisce qui’. Assolutamente no, si può migliorare, si può fare prevenzione anche in età avanzata”.
13/06/2023
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