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Il panorama sanitario “è completamente cambiato in questi ultimi anni. Le malattie croniche non trasmissibili sono aumentate drasticamente. I bisogni dei cittadini sono mutati, non solo per l’aumento delle malattie croniche, ma anche per un aumento dell’età media dei pazienti. In Italia abbiamo oltre 14 milioni di pazienti over 65. Chiaramente, mutando il panorama anagrafico dei cittadini, deve cambiare anche l’approccio ai bisogni. Siamo convinti che questo protocollo sia la risposta più utile e giusta”. Commenta così Piero Ferrante, presidente Federazione nazionale degli ordini della professione sanitaria di fisioterapia (Fnofi), la partecipazione all’Alleanza costituita recentemente per promuovere l’attività motoria e l’esercizio fisico per contrastare malattie croniche come l’obesità e il diabete.

L’Alleanza ha, come prima azione, prodotto e firmato un protocollo d’intesa tra l’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete, malattie croniche non trasmissibili, l’Intergruppo parlamentare per la Prevenzione delle emergenze e l’assistenza sanitaria nelle aree interne, l’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (Aniad), l’Unione nazionale chinesiologi (Unc) e la Fnofi.

Il Documento – il cui titolo completo è ‘Protocollo d’intesa per la promozione dell’esercizio fisico e dell’attività motoria come strumento di prevenzione e terapia del diabete, dell’obesità e dei Ncds’ (malattie croniche in inglese, ndr) - avvia, tra gli attori coinvolti, un percorso comune verso l’efficienza fisica ottimale che dall’intervento in regime sanitario si porta verso un’azione di mantenimento e prevenzione primaria che contribuisce al conseguimento di una buona qualità della vita e un minore impatto sul Servizio sanitario. “Ci è sembrato naturale, come Federazione dei fisioterapisti - continua Ferrante - cercare di calarci nelle problematiche che sono emergenti rispetto all’esercizio fisico. Dati ufficiali indicano che oggi, in Italia, più di una persona su tre (36,3%) “ha una vita sedentaria, non solo non pratica attività sportiva, ma nemmeno attività fisica”. Questo “ci colloca in posizioni peggiori rispetto al periodo pre pandemico”. Lo scenario descritto dal rapporto Istat-Bes del 2022 facilita purtroppo una serie di malattie ad alto impatto socio-economico, quali obesità, malattie cardiovascolari, ipertensione sino ad arrivare ad alcuni tipi di cancro come, per esempio, le neoplasie del colon-retto e del seno, per cui sono state dimostrate forti correlazioni con una marcata ipocinesia.

“Chiaramente - spiega Ferrante - il ruolo del fisioterapista è quello di rassicurare, curare, prevenire e riabilitare il paziente, anche attraverso la somministrazione di esercizio fisico. Ci è sembrato normale e adeguato rivolgerci innanzitutto ai decisori politici, quindi ai professionisti che, nello specifico, si interfacciano con il fisioterapista nella gestione dell’esercizio fisico (i chinesiologi) e anche alle associazioni dei pazienti”. Il protocollo è un passo fondamentale per la promozione dell’attività motoria e dell’esercizio fisico, sia come priorità dell’agenda istituzionale, sia per la collaborazione tra fisioterapisti e chinesiologi per il raggiungimento di obiettivi comuni quali la salute e il benessere della popolazione, che passano attraverso l’azione virtuosa dell’esercizio fisico.

Con la firma del protocollo è iniziato “un lavoro di collaborazione e pianificazione degli interventi con tutti gli attori perché - sottolinea il presidente Fnofi - non dimentichiamo che, dal punto di vista sanitario, il fisioterapista è di aiuto nella somministrazione di esercizio fisico nel paziente fino alla fase di stabilizzazione, quindi c’è un passaggio di consegne. Una volta stabilizzato, il paziente viene consegnato, su indicazione del fisioterapista, nelle mani del chinesiologo, che si occupa del movimento del paziente ‘non sanitario’, per tornare nella comunità. Non c’è quindi nessuna ingerenza o invasione di campo, ma ci sono azioni concertate nell’unico interesse del cittadino”. Proprio per questo “stiamo già mettendoci al lavoro - aggiunge Ferrante - per organizzare e divulgare il più possibile questo Protocollo che non può non sottintendere un lavoro preciso, il più possibile capillare su tutto il territorio nazionale, anche e soprattutto nella formazione degli operatori che deve essere particolare e dedicata”.

Il cambiamento del panorama sanitario richiede un cambiamento culturale. “Dobbiamo abbandonare la mentalità della prestazione - ribadisce Ferrante - Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che è importante la presa in carico multidisciplinare: tutti i professionisti che possono essere utili per soddisfare un bisogno devono collaborare tra loro. È quindi importante passare dalla mentalità prestazionale a quella della presa in carico, riuscire a leggere i bisogni. Investire in Sanità - conclude il presidente Fnofi - sottintende un impiego di risorse improntati, ma nel tempo paga assolutamente perché il cittadino è meglio seguito e meglio indirizzato nei percorsi di cui ha bisogno” con costi minori per il sistema.

10/11/2023

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