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Sempre più coppie ricorrono in Italia alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (PMA) per avere un figlio, a causa di problemi di infertilità di varia natura. Solo nel 2019, secondo i dati del Ministero della Salute, sono stati effettuati oltre 99.000 cicli, tra le diverse tipologie a disposizione. Il ricorso alla PMA ha riguardato in media 3,06 gravidanze ogni 100.

In cosa consistono le procedure disponibili nel nostro paese?

I diversi livelli di PMA

Con l’espressione Procreazione medicalmente assistita si intendono le differenti metodologie impiegate perfavorire il concepimento nei casi in cui si rivela essere impossibile o molto improbabile. Secondo le attuali normative, una volta effettuata la diagnosi, il percorso deve tenere conto di una gradualità di intervento e può comprendere:

  • trattamento medico per ripristinare la fertilità;
  • trattamento chirurgico per ripristinare la fertilità;
  • accesso alle procedure di fecondazione assistita.

Le diverse tecniche si basano sulla manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni e vengono differenziate in 3 livelli, a seconda del grado di complessità e invasività degli interventi necessari.

  • Tecniche di livello I, ovvero IUI, inseminazione intra-uterina: rappresenta una tecnica poco invasiva perché la fecondazione avviene direttamente nell’apparato genitale femminile. L’IUI favorisce il contatto diretto del gamete maschile e di quello femminile attraverso l’inserimento del seme, precedentemente trattato in laboratorio, nella parte alta della cavità uterina. Questa tecnica è raccomandata soprattutto in caso in cui la donna abbia problemi di ovulazione e siano presenti solo leggeri problemi di motilità e concentrazione dello sperma, oppure in situazioni di infertilità inspiegata.
     
  • Tecniche di livello II e livello III: prevedono di realizzare in vitro, quindi fuori dall’apparato femminile, l’incontro del gamete maschile e di quello femminile, per poi procedere al trasferimento dell’embrione nell’utero. A questa categoria appartengono FIVET e ICSI, che si basano entrambe su stimolazione ovarica, seguita dal breve pick-up (prelievo) ovocitario, durante il quale la donna è posta sotto sedazione, con variazioni riguardo alla modalità di fecondazione. Queste metodologie sono indicate solitamente per pazienti con una buona motilità e concentrazione spermatica che hanno già sperimentato senza successo l’inseminazione intra-uterina oppure in casi più gravi di infertilità o con donne che presentino lesioni alle tube di Falloppio. Il livello III viene raggiunto quando si aumenta il grado di manipolazione e di intervento come, per esempio, quando è necessario l’utilizzo di spermatozoi prelevati chirurgicamente dal testicolo.

La fecondazione eterologa

La PMA è regolata in Italia dalla legge 40/2004, che inizialmente proibiva il ricorso alla fecondazione eterologa, poi autorizzata a partire dal 2014.

In cosa consiste la fecondazione eterologa?
Si tratta di una tecnica che prevede l’utilizzo di uno o entrambi i gameti di provenienza da un donatore esterno alla coppia. Questa metodologia è indicata, ad esempio, per donne in età avanzata, in menopausa precoce o con ovuli di bassa qualità, oppure in presenza di malattie genetiche o cromosomiche. Per accedere a questa procedura, deve essere certificata una patologia che determini sterilità o infertilità irreversibile per almeno uno dei componenti della coppia. La procedura in Italia può essere effettuata da donne con meno di 43 anni e per un massimo per 3 cicli. Le donazioni di gameti, però, volontarie e gratuite, sono insufficienti a soddisfare tutte le richieste, soprattutto per quanto riguarda gli ovociti, che richiedono una procedura più complessa, con diverse analisi preliminari, stimolazione ovarica per 15 giorni e piccolo intervento di prelievo.

Procreazione assistita e LEA

Dal 2017, sono state inserite tra le prestazioni dei Livelli essenziali di Assistenza (LEA) tutte le diverse procedure che caratterizzano il percorso della PMA, sia in modalità omologa che eterologa.

Queste prestazioni, che includono le operazioni di raccolta, conservazione e distribuzione di cellule riproduttive finalizzate alla PMA eterologa, sono erogate gratuitamente o, in parte, dietro pagamento di un ticket.

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