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Tecnologia e telemedicina, durante la pandemia da Covid-19, hanno contribuito a garantire un certo “contatto con i pazienti”, anche in ambito dermatologico. Paolo Gisondi, professore associato di Dermatologia presso l’Università di Verona, direttore della scuola di specializzazione e membro del consiglio direttivo dell’EADV (European Society of Dermatology and Venereology), ci racconta la sua esperienza con i pazienti affetti da psoriasi.

Il balzo nel digitale, da molto tempo atteso e velocizzato dalla pandemia, si è rivelato utile nel percorso di cura anche delle malattie della pelle, soprattutto in alcuni contesti, come in chi soffre di psoriasi.

Chiaramente il collegamento da remoto non è la soluzione a tutto. Come osserva Gisondi, “in un contesto di follow up la televisita non può essere fatta per sempre” perché nel rapporto medico-paziente, la consulenza via telematica, “ha bisogno di essere alternata a una visita in presenza per poter fornire una assistenza ottimale, per il contenimento dell’ansia e la risoluzione di eventuali nuovi problemi.”

La telemedicina quindi si rivela uno strumento da utilizzare, insieme alle visite tradizionali, per semplificare alcuni momenti nel percorso di cura anche nel paziente con psoriasi, o altre malattie dermatologiche.

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