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È allarme “fai-da-te” per il consumo di psicofarmaci. “Un fenomeno più diffuso di quanto emerga dalle statistiche, ma che risponde al fatto che tante persone hanno forme di malessere. E, se aumenta il malessere, aumenta anche il ricorso a questi prodotti”. A lanciare l’sos è David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop).

In realtà a preoccupare sono due fenomeni in qualche modo opposti: "Da un lato ci sono tante persone che hanno queste forme di malessere e si rifiutano di prendere i farmaci – afferma Lazzari - perché non vogliono creare situazioni di dipendenza. Dall'altro, molte persone in realtà prendono questi farmaci anche al di fuori delle prescrizioni, perché non hanno altri modi per calmare i sintomi, anche se questi farmaci lavorano solo sui sintomi e quindi il più delle volte non sono risolutivi e non lo sono soprattutto se di questi farmaci se ne fa un uso fai-da-te".

"In realtà - segnala l'esperto - questo uso fai-da-te" di psicofarmaci "è molto diffuso, molto più di quello che risulti dalle statistiche". E se il disagio psicologico della popolazione aumenta, sull'onda della pandemia, del clima di guerra e della crisi economica, "aumenta anche questo fenomeno di consumo sia di farmaci che di prodotti di altro tipo, integratori e quant'altro. Se non ci sono risposte più appropriate", se non si realizza un pieno accesso ai servizi psicologici, "le persone cercano di utilizzare quello che è alla loro portata".

31/05/2022

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