Attualmente l’età avanzata non rappresenta una controindicazione assoluta al trapianto. Tuttavia, è necessario che la condizione fisica sia abbastanza buona da resistere agli effetti dell’anestesia generale e dell’operazione chirurgica.
Il trapianto non può essere eseguito se il potenziale ricevente ha una malattia del fegato, cardiaca o polmonare grave, un tumore o un’infezione in corso.
Alcuni disturbi che precedentemente precludevano il trapianto di rene (controindicazioni assolute) oggi sono considerati controindicazioni relative.
Anche coloro che soffrono di diabete di tipo 1 possono essere candidati per un trapianto simultaneo di pancreas e rene o un trapianto sequenziale di pancreas dopo rene.
Lo stesso può avvenire nel caso del trapianto combinato di rene e fegato che di solito è indicato in caso di estesa malattia di entrambi gli organi.
Donare un rene: chi può farlo?
Tutti possono diventare donatori di rene a patto che abbiano più di 18 anni, e siano in grado di esprimere il proprio consenso alla donazione. Gravi patologie come i tumori, malattie del rene, del cuore e del fegato e infezioni precludono la possibilità di donazione per salvaguardare la salute dell’individuo.
Nel maggior numero di casi, le donazioni da vivente avvengono da parenti prossimi perché hanno più probabilità di avere caratteristiche genetiche e gruppo sanguigno compatibili con il malato e ciò riduce i rischi di rigetto.
Tuttavia, le donazioni di rene sono possibili anche da persone decedute a seguito di un danno diretto al cervello (“morte cerebrale”) purché il donatore abbia espresso in vita la volontà di donare gli organi dopo la morte o, nel caso in cui non l’abbia manifestata, se i familiari non si oppongano.
Il trapianto da donatore vivente ha maggiori probabilità di successo a lungo termine, rispetto a quello da donatore deceduto, e costituisce attualmente la scelta terapeutica più efficace per la cura dell’insufficienza renale terminale.
Quanto si vive dopo un trapianto di rene
Un anno dopo il trapianto, il 95% circa dei riceventi di rene è ancora in vita. La percentuale di reni trapiantati ancora funzionanti è di:
- per reni da donatore vivente circa il 95%
- per reni da donatore deceduto circa il 90%
Successivamente, ogni anno circa il 3-5% dei reni da donatori viventi e circa il 5-8% di quelli da donatori deceduti cessano di funzionare. Talvolta, i reni trapiantati funzionano per più di 30 anni.
Le persone trapiantate di rene possono solitamente condurre una vita normale e attiva.
Tempi d’attesa
Per i malati pediatrici esiste una lista di attesa nazionale, mentre per gli adulti (oltre i 18 anni di età) sono presenti, salvo casi particolari come le urgenze cliniche e alcune condizioni specificamente definite, liste regionali o interregionali, gestite da un unico centro di riferimento.
La richiesta di iscrizione deve necessariamente passare per un centro trapianti che può essere diverso da quello della regione di residenza. In Italia, in media, i tempi di attesa per un trapianto di rene da donatore deceduto sono di 3,1 anni. Il periodo è così lungo perché la domanda di reni è molto più alta del numero di organi disponibili.
Se un malato è stato sottoposto ad un trapianto non andato a buon fine, può essere nuovamente iscritto nella lista di attesa per un altro trapianto e mentre aspetta di essere sottoposto al nuovo intervento dovrà sottoporsi a dialisi.
Come avviene un trapianto di rene
L’ intervento chirurgico può essere eseguito in laparoscopia (tecnica mini invasiva con piccole incisioni) o a cielo aperto (chirurgia tradizionale che richiede tagli più grandi e profondi).
Dopo la rimozione, il rene viene conservato in uno speciale frigorifero e trasportato rapidamente presso un centro trapianti per essere impiantato in un paziente compatibile. Il giorno dell’intervento, al trapiantato vengono somministrati i farmaci antirigetto per inibire l’azione del sistema immunitario (immunosoppressori).
I rischi
Il trapianto di rene migliora drasticamente la qualità di vita sia a breve che a lungo termine. Tuttavia, è possibile che si verifichino delle complicanze.
Un trapianto di rene è una delicata operazione chirurgica che comporta diversi rischi potenziali. Nel breve periodo essi includono le complicazioni chirurgiche e le infezioni.
Con il proseguire del tempo, le principali complicanze comprendono il diabete, un incremento del rischio di infezioni, di malattie oncologiche, e di malattia cardiovascolare. Esse sono generalmente legate alle medicine che il malato trapiantato assume per impedire che l’organo venga rigettato.
Per scongiurare la comparsa di queste problematiche è necessario sottoporsi a un programma di screening regolare che comprende esami del sangue, esami radiologici e visite specialistiche.
Il rigetto
Il rigetto è dovuto ad attivazione del sistema immunitario del ricevente nei confronti del rene.
Nella maggior parte dei casi il paziente trapiantato non presenta sintomi e viene riscontrato un peggioramento della funzione del rene o la comparsa di proteine nelle urine agli esami laboratoristici di routine. In genere, viene eseguita una biopsia del rene trapiantato e il pezzo prelevato viene analizzato dall’anatomopatologo per capire quale sia la migliore terapia.
Il rigetto può essere trattato con somministrazione endovena di farmaci immunosoppressori, ed in alcuni casi specifici, con la plasmaferesi, una metodica che permette di rimuovere le immunoglobuline dirette contro il rene trapiantato implicate nello sviluppo del rigetto.
Se questi interventi non sono efficaci, la terapia immunosoppressiva viene interrotta gradatamente e si deve iniziare di nuovo la dialisi. Questa si protrae fino a quando diventa disponibile un altro rene da trapiantare.
Il decorso post operatorio
L’intervento chirurgico di trapianto di rene dura circa 3 ore, a cui si aggiunge il tempo necessario per l’induzione dell’anestesia e per il risveglio. In alcuni casi il paziente potrebbe aver bisogno di un temporaneo ricovero nel reparto di Rianimazione, ma nella maggior parte dei casi dopo l’intervento rientra nel reparto di degenza.
In caso di dialisi peritoneale, il catetere per dialisi viene rimosso nel corso dell’intervento chirurgico. Al risveglio saranno in sede: drenaggio chirurgico, catetere vescicale, cateterini venosi per infusione, talora ossigenoterapia.
Nei giorni successivi potrebbe essere necessario proseguire il trattamento di dialisi, verranno praticate infusioni, e proseguirà la terapia immunosoppressiva.
Vista la forte immunosoppressione il paziente sarà collocato in una stanza isolato dagli altri degenti, e potrà ricevere visite solo da un familiare alla volta muniti di mascherina, camice, cuffia, copricalzari forniti dalla struttura sanitaria per evitare eventuali infezioni.
La degenza dura circa 10 giorni. Dopo la dimissione il paziente eseguirà visite ambulatoriali una volta ogni 21 giorni, poi sempre più diradate. Oltre alla visita il paziente eseguirà prelievi ematici per controllare oltre alla funzione renale anche il dosaggio degli immunosoppressori, così da poter ottimizzare la posologia in atto.
Dal momento del trapianto e per tutti i primi tre mesi il paziente dovrà indossare la mascherina ed attenersi a norme igienico-sanitarie particolari.
La vita dopo il trapianto di rene
Uno stile di vita sano, contraddistinto da attività fisica moderata (almeno mezz'ora al giorno di cammino), adeguate quantità di liquidi e una dieta equilibrata è importante per il buon funzionamento del rene trapiantato quanto la terapia farmacologica stessa. Indispensabile è l’aderenza alla terapia prescritta, da assumere agli orari stabiliti e nelle modalità indicate dal nefrologo.
Per ridurre al minimo i rischi di complicazioni, si raccomanda di: smettere di fumare, mangiare cibi sani, perdere peso, se si è in sovrappeso o si è obesi, adottare precauzioni per evitare le infezioni, prima fra tutte non frequentare ambienti chiusi e affollati o igienicamente malsani, evitare l’uso di farmaci anti-infiammatori, fare regolare esercizio fisico, controllare la pressione arteriosa e la glicemia per mantenere anche l’organo trapiantato in buone condizioni il più a lungo possibile.