Poco sale e meno proteine animali, a vantaggio di vegetali, acqua e frutta. Sono questi i pilastri di una corretta alimentazione cruciale nel trattamento del rene policistico.
Rene policistico
È una delle malattie genetiche più comuni, con un’incidenza di 1 su 1000, e che nel mondo rappresenta la causa di malattia renale cronica terminale nel 7-10% dei pazienti.
Nel suo decorso, i pazienti sviluppano cisti in entrambi i reni, che aumentano in numero e dimensioni durante la vita fino a causare la perdita totale di funzionalità renale. Si tratta di una patologia multiorgano, perché può coinvolgere anche organi come fegato, intestino, pancreas e il sistema cardiovascolare.
Alimentazione come terapia
Fondamentale il ruolo della terapia nutrizionale, nonostante la maggior parte degli studi siano concentrati sull’approccio farmacologico per rallentare la progressione della malattia.
“Obiettivo primario - spiega Biagio Di Iorio, Direttore UOC di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale “A. Cardarelli” di Napoli - è diminuire la dimensione delle cisti, la cui crescita contribuisce alla distruzione del tessuto renale nel 50% dei pazienti sopra i 50 anni”.
Per prima cosa – secondo gli esperti - occorre assumere acqua, sebbene non sempre accettata dai pazienti, soprattutto i più anziani che presentano una riduzione fisiologica del senso della sete. Lo scopo è tentare di sopprimere la produzione di ormone antidiuretico (vasopressina) e la conseguente formazione di due enzimi che inducono la crescita delle cisti.
Oltre alla gestione dell’idratazione occorre puntare sulla riduzione del sodio. Nello studio HALT-PKD la riduzione dell’apporto di sale a meno di 2.4 grammi al giorno ha mostrato una riduzione della crescita del volume renale. Inferiori quantità di sale hanno effetti sulla vasopressina analoghi a quelli ottenibili aumentando l’apporto idrico.
In generale, una dieta a basso contenuto di sodio e proteine animali e ad alto contenuto di verdure, frutta e acqua, è consigliabile e fa parte di una strategia che può essere seguita senza effetti collaterali, specialmente nelle prime fasi. Nonostante non possa modificare l’evoluzione della malattia, la terapia nutrizionale consente di limitare le complicazioni e migliorare la qualità della vita, allontanando il momento di sottoporsi a trattamenti sostitutivi della funzionalità renale, come la dialisi.
Dieta mediterranea
Chi fa sport predilige diete iperproteiche e l’assunzione di prodotti iperproteici per aumentare la massa muscolare in palestra e con la ginnastica: “Un’abitudine deleteria – avverte Claudio Ronco, professore ordinario di Nefrologia all’Università di Padova -. Non c’è niente di meglio di una dieta mediterranea equilibrata, che eviti l’eccesso calorico poiché anche l’obesità produce effetti importanti a livello renale, ma se ben calibrata su proteine, carboidrati e grassi, a lungo termine, produce un buon equilibrio sia per il cuore sia per i vasi e reni”.
13/01/2023
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